Ci si potrebbe lasciar distrarre dall’eleganza delle ampie sale o dalla vista che si gode dalla veranda art decò degli spazi che occupa la Thomas Dane Gallery nella storica Villa Ruffo, a Napoli, ma i nomi con cui la galleria londinese inaugura la nuova sede partenopea, l’unica in Italia, meritano piena attenzione.

Cinque sale per cinque artisti, ognuno dei quali vanta esposizioni nei principali musei del mondo, dal Guggenheim al Tate Modern, e curriculum da capogiro, con cui partire alla grande e che potranno essere visitate fino al prossimo 24 marzo.

 

Sarebbe bastato il nome di Bruce Conner, pittore, scultore e regista statunitense da poco scomparso, i cui collage, sperimentati fin dagli anni ’50, hanno avuto enorme influenza su molti artisti a lui contemporanei. In occasione dell’inugurazione napoletana, è presentata Easter Morning, video istallazione tratta dal suo film del 1966 intitolato Easter Morning Raga. L’opera, fra le ultime dell’artista, ritorna ad un concetto che da sempre ha permeato il suo lavoro: il senso di mutevolezza e il concetto di incompiuto come simboli della vittoria della natura su qualsiasi azione umana.

Guarda la fotogallery dell’inaugurazione a cura di Angelo Marra

In un’altra ampia sala ci si imbatte invece nelle fotografie di Catherine Opie, una serie dedicata alla comunità leather della West Coast statunitense. Lo studio rispecchia appieno l’ambito d’indagine della fotografa: Catherine Opie indaga il concetto di comunità, da un punto di vista anche politico e sociale, soprattutto nell’ambito dell’identità sessuale.
Dalla concretezza della fotografia di Catherine Opie si passa alla video istallazione onirica e melanconica del regista, fotografo e scultore Steve Mc Queen. Il video in 16 mm dal titolo Running Thunder, di cui è protagonista un cavallo disteso nell’erba (e solo dopo un po’ ci rendiamo conto che è morto), utilizza il cortocircuito che intercorre fra percezione e comprensione, parlandoci di vanità, bellezza e morte nell’ambito di una visione personale e assolutamente contemporanea del concetto di “Natura morta.
Ritornata a un soggetto a lei caro, il vulcano, Caragh Thuring presenta in questa occasione (e non ve ne poteva essere una migliore) due suoi lavori recenti, dal titolo Day and Night. I suoi lavori, speculari come spesso accade nell’opera dell’artista belga, sono “tracce su tela grezza”: al pubblico è lasciato il compito di riempire con l’immaginazione gli ampi spazi vuoti, creando una connessione fra gli elementi dipinti. Con la sua opera Caragh Thuring sembra nascondere piuttosto che mostrare, fornendo una sua personalissima e interessante visione del ruolo dell’arte ai giorni nostri.
Conclude la mostra l’opera di Kelley Walker, che espone un ciclo di opere create per l’occasione. Artista americano che spesso nei suoi lavori (“dipinti” creati attraverso media e tecniche di stampa digitale) analizza la connessione fra background culturale, immagine e iconografia, trova nella storia dell’arte cittadina preziosi elementi a cui attingere a piene mani. Ed è così che Andy Warhol, Joseph Beuys, Lucio Amelio (ma anche i leoni di Piazza dei Martiri) sono estrapolati dal loro contesto e dalla propria epoca per essere ricomposti come frammenti che formano una nuova storia, fornendo forse un quadro assolutamente reale di ciò che significa “memoria collettiva”.

Info Gallery

Thomas Dane Gallery
Via Francesco Crispi, 69 – Napoli

Responsabile: Federica Sheehan
La mostra in corso termina il 24 marzo 2018

A proposito dell'autore

Project Manager

Alla formazione scientifica (studi in Medicina Veterinaria, prima in Inghilterra e poi in Italia) unisce l'insana passione per l'arte e la letteratura. Dal 2012 collabora con la casa editrice Marchese editore, occupandosi di pubbliche relazioni, promozione e creazione di eventi culturali. Nel 2013 fonda con alcuni collaboratori il blog "About M.E.", legato all'attività della casa editrice ma fin dall'inizio aperto a tutto ciò che è cultura, con particolare attenzione a ciò che succede sul territorio campano. Ama i cappelli, Dostoevskij, e il té delle cinque.