Articolo di Emiliano D’Angelo.

È tempo di turnazione delle opere e di nuovi allestimenti per la galleria di via San Francesco, giunta sabato 19 luglio al suo secondo vernissage dopo l’inaugurazione di aprile. Il piano terra è ora dominato dal suggestivo contrasto tra l’informale composito ed eclettico di Antonio Del Donno accanto a opere ascrivibili a certe istanze della transavanguardia aniconica degli anni ’80 e ’90, e le “barbariche” incursioni nei territori del cyber-pop di Antonio D’Amore. Del Donno si è formato nel milieu di eccezione della galleria di Lucio Amelio a Napoli negli anni ’60/’70, entrando in contatto sia con i pauperisti che con i futuri protagonisti della stagione neo-pittorica degli anni ‘80, mentre nel 1998 ha raggiunto il culmine della sua carriera con la personale curata a Napoli da Achille Bonito Oliva, incrociando anche le traiettorie di maestri indiscussi come Mimmo Paladino.

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Nel piano sotterraneo della galleria spiccano opere di Alfonso Coppola che sembrano inaugurare un nuovo corso: il suo linguaggio fondato sulla padronanza delle terrecotte policrome e delle resine indurite si impreziosisce ulteriormente, aggiungendo alla ricerca sul volume aggettante e sulla composizione dello spazio un’attenzione più viva e quasi virtuosistica alla distribuzione del colore.

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Sul fronte della discipline plastiche, si segnalano infine i raffinati vetri surrealisti dell’artista cubano Alfredo Sosabravo, fatti realizzare nei laboratori di Murano, nonché i bronzi dell’esordiente giovane napoletano Emanuele Stagliano.
Come sempre, l’organizzazione è a cura di Leone Cappiello, Isabelle Lemaitre, Gaia Gargiulo e Paolo Feroce.

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