E’ almeno dal pontificato di Papa Giovanni Paolo II che la figura del Papa si è consacrata alla pop art in tutte le sue varianti, e il nuovo simpatico e comunicativo Francesco non poteva essere da meno: cavalcando l’onda delle tendenze del momento è presto diventato icona di opere di street artist.
In occasione della visita di Papa Francesco a Napoli e Scampia ecco il nostro viaggio tra “arte e papato” con un’anteprima esclusiva a Gianluca Raro che ci racconta il suo lavoro su Bergoglio.

Quando la signorina dello stand A Maronn’ t’accunpagna (in cui qualcuno di voi è sicuramente incappato) mi ha chiesto cosa mi aspettassi dall’arrivo di Papa Francesco Bergoglio a Napoli, non ci ho pensato due volte a dirle che mi sarebbe piaciuto vedere qualche lavoro di street art realizzato ad hoc per l’occasione. Lei ha sgranato gli occhi, mi ha detto grazie, e io non ho più pensato a questa possibilità.

Superpope, mauro pallotta, roma

Superpope – Mauro Pallotta

 

In verità non è la frenesia di vedere Papa Francesco ritratto sui muri né di immaginarlo con una bomboletta spray tra le mani che mi ha portata a rispondere in questo modo, quanto la curiosità di sapere come qualche artista napoletano l’avrebbe colto, in quale posa, e soprattutto a quale discorso avrebbe fatto riferimento. Del resto Papa Francesco è stato protagonista di alcuni lavori di street artist noti; l’abbiamo visto con una valigia in mano piena di valori pronto a spiccare il volo (Valores, Mauro Pallotta) oppure con il pollice in su nella stazione di Piazza di Spagna (C215).

A mural by French street artist Christian Guemy, also known as C215, which depicts Pope Francis giving the thumbs-up sign, is seen in a subway station in downtown Rome

 

Ma a Napoli? A Napoli per l’occasione le strade sono state asfaltate (almeno quelle che Papa Francesco percorrerà) e Piazza Plebiscito ha trovato nuovo lustro per quei colonnati tanto martoriati e vandalizzati.

Così quando Gianluca Raro mi ha detto che aveva realizzato dei poster dedicati a Papa Francesco affissi nel suo quartiere, ho sorriso e ho pensato anche che fosse una fortuna, perché nessun posto mi è sembrato più adatto di Scampia dove Raro vive e realizza i suoi lavori.

”Ci sono strade che sono abituato a vedere ricoperte di immondizia, giardinetti abbandonati e lasciati all’incuria. Ma finalmente sta per arrivare Papa Francesco e tutto sembra cambiare. Tutti fremono, tutti vogliono dare una buona immagine del quartiere additato, fino a ieri, come Gomorra, nascondendo sotto un tappeto di asfalto le imperfette e rotte strade di Napoli” ha scritto Raro.

Papa Francesco Scampia

 

Non è la prima volta che Scampia si prepara ad accogliere un Papa; era già accaduto nel 1990 con Papa Giovanni Paolo II. E di quella visita gli abitanti hanno ancora un vivo ricordo. Una piazza (a ridosso della Villa Comunale, alla fine di Via Bakù) è stata proprio dedicata a lui. Quella piazza è, ad oggi, il luogo dove sono stati realizzati murales e graffiti, espressione viva e colorata del quartiere, di tuttò ciò accade, di chi ci vive, di chi ci muore, come i lavori realizzati in commemorazione del tifoso Ciro Esposito.

Qui e in altri punti del quartiere, Gianluca Raro ha scelto, con sagacia ed ironia, di affiggere alcuni poster che ritraggono Papa Francesco nelle vesti di un pugile, che, con il sorriso sulle labbra è pronto a colpire chiunque offenda sua mamma.

I poster sono un chiaro riferimento a quanto sostenuto da Papa Francesco in seguito all’attentato a Charlie Hebdo: “Ognuno ha non solo la libertà o il diritto ma anche l’obbligo di dire quello che pensa […] Avere questa libertà, ma senza offendere, perché è vero che non si può reagire violentemente, ma se il dottor Gasbarri, mio amico caro, dice una parolaccia contro mia mamma, si aspetti un pugno. Perché non si può provocare, insultare, ridicolarizzare, la fede degli altri“.

Papa Francesco - Gianluca Raro

 

I poster di Gianluca Raro non sono che una traduzione di tutto questo, ed è egli stesso a sostenerlo.

”Se traduciamo questa frase in immagine e la contestualizziamo in una città come Napoli o in una periferia così grande, mi viene da immaginare Scampia come un enorme ring che sta per ospitare un grande evento sportivo, dove tutto deve essere perfetto. Ma è una perfezione che durerà solo un giorno perché tutti gli spazi che sono stati ripuliti torneranno all’abbandono e all’incuria delle istituzioni”.

Raro trasporta in immagine ciò che tutti noi abbiamo pensato in questi giorni, che si viva in centro città oppure no. Gianluca Raro dà un bel cazzotto in faccia, nello stomaco. Lo fa soprattutto in quanto cittadino. Lo fa perché in questo caso Scampia è come una mamma, come lo è Napoli, o qualunque altra periferia della Campania. Questo perché, al contrario di quello che possiamo singolarmente pensare, e come lo stesso Raro sostiene, le periferie, lasciate in abbandono dalle istituzioni, si ritrovano sempre a dover porgere la guancia quando serve, anche contro la loro volontà.

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A proposito dell'autore

Specializzanda in storia dell'arte presso la Federico II di Napoli, lavora con INWARD Osservatorio sulla Creatività Urbana. Amante dell'arte contemporanea e delle molteplici espressioni dell'urban art