Il tempo bisogna saperselo prendere. Il tempo per guardarsi intorno, per ragionare sulla città, sui suoi cambiamenti, sulle continue interazioni che fanno diventare ciò che ci circonda e anche noi stessi sempre qualcos’altro. A volte per fare tutto ciò è sufficiente giusto il tempo di un tè.
Contatto con il territorio e sperimentazione di una diversa fruizione dei luoghi che lo caratterizzano, contaminazione e riflessione sulle proprie origini, apertura totale a qualsiasi forma di espressione: questi (e molti altri) gli obiettivi del gruppo di artisti e curatori che hanno voluto fondare un laboratorio multiespressivo interattivo e vagabondo. Dall’Ex lanificio borbonico allo spazio Tribunali138 di Luciano Ferrara fino ai gradini del convento di San Nicola da Tolentino. In questo luogo, Giusto il tempo di un tè ha incontrato Welcomelab, un laboratorio teatrale interculturale, ideato e condotto da Officinae Efesti nell’ambito del progetto Napolixenia, che ha come punto focale di interesse l’accoglienza e l’incontro fra persone di culture diverse. In questa occasione, l’elemento di incontro interculturale è stato il Carrom, gioco da tavolo di origine indiana estremamente semplice: un piano di gioco, poche pedine e dita agili sono gli unici elementi necessari oltre alla voglia di divertirsi, indipendentemente dalla lingua che si parla.
L’estate come la notte porta consiglio alle menti superproduttive. Aspettiamo il ritorno dell’autunno per sbirciare sotto il coperchio e vedere cosa di nuovo bolle in pentola per i ragazzi di Giusto il tempo di un tè.

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Per info:

giustoiltempodiunte@gmail.com

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A proposito dell'autore

Project Manager

Alla formazione scientifica (studi in Medicina Veterinaria, prima in Inghilterra e poi in Italia) unisce l'insana passione per l'arte e la letteratura. Dal 2012 collabora con la casa editrice Marchese editore, occupandosi di pubbliche relazioni, promozione e creazione di eventi culturali. Nel 2013 fonda con alcuni collaboratori il blog "About M.E.", legato all'attività della casa editrice ma fin dall'inizio aperto a tutto ciò che è cultura, con particolare attenzione a ciò che succede sul territorio campano. Ama i cappelli, Dostoevskij, e il té delle cinque.