Il Mondo che non vedo è uno di quei posti dove il tempo si ferma. Ci sei tu, i libri intorno, un caffè a farti compagnia, le chiacchiere di un’amica e i minuti passano. Una gran fortuna imbattersi in questa neonata libreria caffetteria in Via Beato Pellegrino a Padova, a due passi da quello che diventerà il nuovo polo umanistico dell’Università di Padova.

Il Mondo che non vedo realizza il sogno di due giovani donne che portano il nome di Erica e Michela che si sono ispirate alla Maison Des Amis des Livres di Parigi per aprire una “casa del dialogo dove far rinascere un circolo virtuoso tra scrittore, editore, libraio e lettore, davanti a un buon caffè o a un bicchiere divino.
Uno spazio indipendente e contaminato dove navigare attraverso un arcipelago di storie di uomini, donne e territori che resistono alla monocoltura e al pensiero unico”, come è riportato nel loro sito.

il mondo che non vedo
Avete presente quanto è bello entrare in una libreria e chiedere direttamente al libraio “che libro mi consigli?”. Già! Scegliere un libro perché ne ricordiamo la pubblicità o perché ha una copertina accattivante, o perché è in promozione è sempre un’arma a doppio taglio. Placa il dubbio amletico del momento, ma solo dopo lo strano oggetto misterioso si rivela in tutta la sua essenza e il lettore ne decreta il voto positivo o negativo.

La dimensione della piccola libreria si sta perdendo, a tutto vantaggio delle grandi catene dove il contatto relazionale si sta estinguendo, e il visual merchandising o il layout della disposizione dei libri se la giocano per attirare l’attenzione del lettore al grido “Comprami!”. Per entrare in relazione con stuoli di lettori incuriositi ma anche poco focalizzati all’interno del punto vendita, la Feltrinelli da qualche tempo si è inventata “Un libro al buio”, un pacchetto già pronto per l’acquisto che reca sulla parte esterna il commento del librario che lo ha letto, un “consigliato da” che cerca di avvicinare il futuro lettore e di umanizzare le librerie catena, enormi megastore spersonalizzanti. D’altronde, si sa l’unica vera arma per spingere un consumatore all’acquisto, quella sempre vincente, è il passaparola, un amico che ti consiglia un libro perché lo ha aiutato in un momento duro, o gli ha aperto una nuova visione delle cose. Il caro vecchio passaparola, ossia lo strumento di marketing relazionale dalla storia millenaria.
Se ci giriamo intorno nel Mondo che non vedo notiamo uno spazio ampio con sezioni ben distinte e dove il gusto vintage, tanto in voga al momento, stringe la mano a quello del riciclo creativo. Il bancone dove sono serviti caffè e pasti è un melting pot di porte e sportelli vari assemblati in maniera magistrale. I materiali usati vanno dal legno al ferro, alle cassette delle frutta, ecc. Esperienze come Il Mondo che non vedo sono all’ordine del giorno in città italiane ed europee, ma nulla di simile c’è a Padova, ed è per questo, oltre che per il fatto che ci siano nuove donne imprenditrici che decidano di investire in cultura e lettura con sforzi, fiducia ed energia, che non possiamo che sostenere questa bella novità padovana.

 

info

Il mondo che non vedo
libreria-caffetteria a Padova
via Beato Pellegrino 37

Apertura – dal lunedì al venerdì
dalle 9 alle 18.30

A proposito dell'autore

Collaboratore

Laurea con lode in Comunicazione con una tesi sui musei d’arte contemporanea_Caso Napoli. Nel 2007 lavora a Liverpool presso il dipartimento di Marketing e Comunicazione dei National Museums. Corso di perfezionamento in Management Culturale presso la Fondazione Fitzcarraldo, Torino. Dal 2007 ad oggi ha collezionato, insieme a Componibile 62, esperienze come curatrice, project manager e organizzatrice di mostre ed eventi culturali in Italia e all’estero. Collabora con Tafter (Economia della cultura). Oltre che all’arte contemporanea, si dedica anche alla moda, CSR, e viaggi. Il Museo è il suo habitat naturale.