C’è la tecnica e la poesia nell’opera di Alberto Tadiello (1983, Montecchio Maggiore, VI), la razionalità e l’estetica, lo spirito apollineo e dionisiaco. È uno degli artisti italiani più giovani e promettenti Tadiello, la cui carriera è stata “lanciata” dalla vittoria del premio Furla nel 2009. La sua arte gli permette di creare intelligenti sistemi ingegneristici, mentre la sua sensibilità riesce sempre a conferire un alone poetico a tutto ciò.

 

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Alberto Tadiello, ‘AMADABLAM’, Installation at T293 Rome / Photo Roberto Apa – Courtesy T293, Naples/Rome 

La sua estetica è fatta di cavi, altoparlanti e microfoni, che comunicano qualcosa di più della loro pura forma. I protagonisti assoluti sono lo Spazio e il Tempo, loro alleato è il Suono. Di spalle “guarda” il suo lavoro l’entropia. Osservando le opere di Tadiello, in effetti notiamo queste 4 componenti sempre presenti.

2. Alberto Tadiello Pale 2014 (detail) cere, colle, spray, saponi e cosmetici su carta vetrata montata su MDF /  Photo Roberto Apa -  Courtesy T293, Naples/Rome3.

Alberto Tadiello Pale 2014 (detail) cere, colle, spray, saponi e cosmetici su carta vetrata montata su MDF / Photo Roberto Apa – Courtesy T293, Naples/Rome.

 

Come nel caso di Taraxacum, una scultura a muro, che si presenta, tecnicamente, come un impianto a irrorazione circolare. Densi cablaggi vanno a configurare la forma di un enorme raggiera con un cuore di lampadine, sembra qualcosa di pulsante che alimenta la scultura. La resa visiva di quest’anima è affidata alle resistenze delle lampadine che producono anche un breve ronzio e calore (la componente sonora non manca mai).

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Alberto Tadiello, ‘AMADABLAM’, Installation at T293 Rome / Photo Roberto Apa – Courtesy T293, Naples/Rome

 

In altre opere, il suono è non solo udito ma percepito in maniera più vistosa dagli occhi, come per esempio nelle opere HL del 2010 e in LK100A, anch’essa del 2010. L’aria è condotta da due tubi in due coni che amplificano il suono. Quando l’aria si esaurisce, anche il suono si sottrae. In HL l’amplificazione del suono è assegnata ai clacson e, quando si svuota il serbatoio, il boato cessa.
Costruisce tutto da solo Alberto Tadiello, un vero artigiano dell’arte o forse sarebbe il caso di definirlo saldatore, elettricista, ingegnere con tutto il suo da fare con cavi, lampadine, prese elettriche, ecc. Ore di lavoro volte a creare processi semi industriali.
E non si smentisce neppure nella sua recente personale, presso la gemella romana della galleria napoletana T293 di Paola Guadagnino e Marco Altavilla.

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Alberto Tadiello, LK 100A

Capiamo che c’è una forte tensione verso l’alto già dal titolo AMADABLAM, il cui nome riprende quello della montagna nepalese di ben 6000 metri. Per questa mostra Tadiello presenta Pale e Device, tele e installazione sonora, eppure c’è un senso di continuità nell’apparente distanza dei mezzi utilizzati. C’è qualcosa di sfuggente in Pale, 5 carte vetrate intelaiate (in questo senso sono state definite prima tele) trattate con cere, spray, colle e cosmetici. “Fronteggiare Pale è come tuffarsi con la testa in un ciliegio” scrive Daniela Zangrando nel testo critico che accompagna la mostra.

 

Alberto Tadiello, Taraxacum

Alberto Tadiello, Taraxacum

Al centro della galleria invece Device si prende il suo spazio: visivamente una serie di altoparlanti collegati a dei microfoni, sonoramente un lungo sibilo generato da un feedback prodotto dal computer, portando al massimo i volumi di entrata e uscita di registrazione di Quick time player e modulando con le mani il suono in uscita dalle casse audio del pc. Un suono graffiante proprio come la superficie della carta vetrata di Pale.
Tutto torna, tutto poeticamente si chiude.

Alberto Tadiello, Taraxacum (detail)

Alberto Tadiello, Taraxacum (detail)

info galleria

T293
Via G.M. Crescimbeni 11, Roma
http://www.t293.it/

 

A proposito dell'autore

Collaboratore

Laurea con lode in Comunicazione con una tesi sui musei d’arte contemporanea_Caso Napoli. Nel 2007 lavora a Liverpool presso il dipartimento di Marketing e Comunicazione dei National Museums. Corso di perfezionamento in Management Culturale presso la Fondazione Fitzcarraldo, Torino. Dal 2007 ad oggi ha collezionato, insieme a Componibile 62, esperienze come curatrice, project manager e organizzatrice di mostre ed eventi culturali in Italia e all’estero. Collabora con Tafter (Economia della cultura). Oltre che all’arte contemporanea, si dedica anche alla moda, CSR, e viaggi. Il Museo è il suo habitat naturale.