Dopo aver ammirato l’interessante mostra di Ferrara, a Palazzo dei Diamanti, si è appena conclusa un’altra personale dedicata al pittore spagnolo Joaquín Sorolla (1863 – 1923) presso la Caixa Forum di Barcellona.

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La mostra di Ferrara era imperniata sulle pitture di giardini e di paesaggi fioriti quella barcellonese sul mare e i suoi colori. Sorolla, pittore assai prolifico – vanta oltre 2200 tele – può essere tranquillamente annoverato fra gli impressionisti.
La mostra della Caixa Forum, sempre ben curata, con ottime didascalie e ben illuminata, raccoglie opere provenienti dal Museo Sorolla di Madrid e dal Museo Carmen Thyssen di Malaga. In vita, il pittore valenciano ebbe una notevole notorietà, tanto da esporre anche all’estero, in particolare in Inghilterra, Francia e Stati Uniti; solo in Italia, per lungo tempo è stato dimenticato e considerato di secondo piano. La mostra si apre con un Autoritratto su sfondo di mare del 1909, dove si notano le influenze dei vedutisti, ma già con un discreto tocco del colore si iniziano a delineare i tratti della pittura di Sorolla. Il mare, elemento fondamentale per il pittore valenciano, è un ricordo d’infanzia, della vita felice di bambino che dipingerà tutta la vita, anche quando per alcuni periodi dovrà rimanere lontano dal mare.

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La mostra è divisa in tre sezioni: L’espetacle incessant, Les hores del blau e De la naturalesa, a la pintura. Il tutto non segue un percorso cronologico, ma in base a periodi di stile o di luoghi. Possiamo vedere La barchetta del 1909 o Gondole a Venezia del 1885. Notevoli sono le tele di ambientazione valenciana come Xàbia del 1900-01 o Porto di Valencia del 1908. L’uso del blu, dei tocchi dell’acqua sono significativi in opere come Nuotatori del 1905 o Mare in tempesta del 1899. Immagini dell’acqua in movimento sono caratteristici di questo instancabile pittore morto per il troppo lavoro. Del 1904 è la tela Il bambino della barchetta, dove l’immagine in controluce è folgorante.

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Seguono gli anni della “transizione” i lavori come Pescatori valenziani del 1915, dove rimaniamo incantati dall’abilità nel dipingere i cambi di colore del giorno nell’arco di una giornata. Tanti sono i quadri presenti in questa mostra che ci guidano attraverso gli “umori” del mare, varianDo a seconda delle varie zone, come nei dipinti del Mare del Nord (Mare e rocce di San Esteban, 1903). Il percorso procede con il mare maiorchino di Cala di San Vincenzo del 1919, dove lo sfondo roccioso su un mare quasi verde ci porta all’isola di Maiorca e al suo mare incontaminato dei primi decenni del Novecento. La mostra è stata corredata dalle foto del pittore all’opera, dove si spiegano le teorie dei colori e l’uso del blu; vi era inoltre un filmato molto interessante di una ventina di minuti sulla sua pittura e uno spazio per bambini con laboratori dove i più piccoli hanno potuto approcciarsi all’arte del pittore valenciano quasi per gioco ma con intelligenza e sapienza.

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A proposito dell'autore

Di origine pavese vive e lavora a Parma. Pubblica opere di poesia, Bagliori crepuscolari nel buio (1999), Bitume d’intorno (2005), Contratto a termine (2010) e Tracce nel fango (2011) oltre a testi presenti in antologia. Ha curato Vicino alle nubi sulla montagna crollata (Campanotto 2008) e Pro/Testo (Fara 2009). Nel 2012 per le Edizioni d’If è uscito il poemetto I Resistenti, scritto con Carmine De Falco, tra i vincitori del Premio Russo – Mazzacurati. Collabora a riviste e fa parte di Ultranovecento.