Galleria d’Ayala, civico 6, un cortile condiviso con una sartoria, poche stanze, al solito, bianche, che ospitano i visitatori della mostra in corso: Kep sur mer.

Non sono in grado di riconoscere l’artista, Nicolas Pascarel, ma ascolto francese e italiano mescolarsi ai fumi del vino rosso che accompagna gli immancabili tarallucci al pepe. Essendo astemio, mi prendo la briga di leggere tutto il lungo comunicato stampa fino in fondo, poi riassunto nella galleria fotografica di repubblica.it, perché è solo sul fondo di questa storia personale lunga 15 anni trascorsi in Cambogia, che si scopre il perché di questi scatti e l’amore per questo remoto angolo del mondo.

Keep Sur Mer - Nicolas Pascarel

Kep Sur Mer – Nicolas Pascarel

Ci prende in giro il granchio gigante che saluta improvvidi turisti americani o europei, ormai assenti dai lontani anni ’60, quando le regine del luogo e i nobili di tutto il mondo, come la più celebre Jacqueline Kennedy, calpestavano le rive di Kep e passeggiavano sul sinuoso lungomare fino alle ville disperse e ormai divorate dalla foresta tropicale.

Melanconia e natura in lacrime, durante quindici anni di affettuosi abbracci tra Pascarel e Kep, hanno portato a Napoli queste immagini di un paradiso perduto, tra i rossi color sangue dei tramonti, i cieli ingrigiti dai monsoni, i cappelli d’antan sulle teste delle cambogiane, ignare della fama che ebbero quella posa e quel modello.

Rossa la bandiera emerge come metafora nel telo che contrasta il sole dall’interno desolato di una delle tante villette abbandonate. Venticinque lunghi anni di guerra, ci ricorda Pascarel, ormai privi di significato, che confondiamo con il Vietnam e la Corea.

Anni lunghissimi che hanno portato un luogo incantevole, sicuro paradiso tropicale nei numerosi e prevalenti diuturni ed assolati meriggi, a diventare un ricordo romantico che si fa arte proprio nei luoghi e nelle stagioni tristi della vita.

info mostra

Nicolas Pascarel – Kep Sur Mer

dal 16 maggio a 1 giugno 2014

D’ayala 6 – via Mariano D’Ayala 6, Napoli

info@dayala6.com

 

Visita la pagina web dell’artista per guardare le opere in mostra

A proposito dell'autore

Collaboratore
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Manlio Converti, psichiatra, blogger, magato dalla cultura e dall'arte come continua innovazione e sperimentazione, come è la vita, nato nel 69, completa i suoi studi professionali col massimo dei voti nel minimo tempo necessario, laureandosi a 23 anni in medicina. Lavora stabilmente presso la Asl Napoli 2 nord, ma soprattutto perora cause civili e sociali, ancorchè in Italia siano finora perse, come i diritti gay, per egoismo, quelli delle donne e dei migranti, per altruismo, quelli dei sofferenti psichici, per dovere professionale, quelli dell'ambiente, per dovere naturale, quelli degli artisti napoletani e della relativa città conurbata, per patriottismo europeo.