Come far passare un Mammut attraverso una porta (senza tirarla giù), con questo archetipo Zen, si è inaugurato al Museo Archeologico di Napoli, la prima collezione mista di lavori nati dai laboratori di Ciclofficina e di Riccardo Dalisi, con i ragazzi di Scampia, che afferiscono appunto alla struttura che dal 2007 orgogliosamente si occupa di loro: il Mammut.

Un evento sulla Scuola Attiva (progetto ScAttiva) e la presentazione di un omonimo libro che riassume questa lunga e incredibile esperienza multifocale, hanno visto partecipare insieme scuole, istituzioni, artisti, filosofi e psicologi, artisti e operatori sociali, tutti altamente qualificati.
Sono già un capolavoro le immagini del libro, estratto del lavoro di tanti bambini o di Luca Dalisi, figlio d’arte dotato di un tratto elegante ed espressivo, che si era già espresso per la rivista della medesima associazione, di cui aveva disegnato il logo.
Nella sala attigua ci sono opere di materiali vari, tutte assolutamente imperdibili, dotate di forte carattere ludico, ma anche di una grande ispirazione artistica, con tratti ironici, come la bicicletta antica lasciata vicina a una statua romana, come fosse il proprietario di un’epoca dissonante, oppure i fumetti sulla mobilità alternativa, che restano appesi al soffitto grazie alla ruota del tempo, composta da parti meccaniche analoghe.

Riparare una bicicletta, come metafora del riparare se stessi, l’apprendimento della capacità di migliorare il mondo che ci circonda, di costruirlo insieme, ma anche di imparare i limiti delle nostre capacità rigenerative, materiali ed emozionali.

Metalli vari, porte dell’universo e vari oggetti di Design, tutti ispirati da disegni di bambini, intensi e inimitabili. Molto interessante la grande torre laterale, ricca di personaggi su ogni lato, dal cui sportello si accede a un contenitore, che potrebbe diventare quello del compostaggio domestico nelle case eleganti, nei giardini di lusso o in parchi urbani, ma realizzati dalla fantasia dei bambini di Scampia e dalla maestria artigianale di Dalisi.
Questo progetto di Museo del Bambino guarda all’ambiente, naturalmente, perché insegnare significa partire dal luogo dove si vive, già tanto maltrattato e depredato in questa regione, ma anche dal corpo. Dal nostro corpo e dalla sua rinnovata capacità di agire, anche nei contesti difficili, possiamo ripensare la relazione docente/discente in termini diversi, profondi e relazionali, capaci di attivare tutte le abilità, non solo la competitività e la razionalità cognitiva, per lasciare a Napoli un luogo memorabile e attivo dove ripensare alla stessa idea di società, capace di uscire per sempre dal proprio degrado.

info mostra

Museo Archeologico di Napoli
fino al 2 marzo 2015
ingresso gratuito

A proposito dell'autore

Collaboratore
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Manlio Converti, psichiatra, blogger, magato dalla cultura e dall'arte come continua innovazione e sperimentazione, come è la vita, nato nel 69, completa i suoi studi professionali col massimo dei voti nel minimo tempo necessario, laureandosi a 23 anni in medicina. Lavora stabilmente presso la Asl Napoli 2 nord, ma soprattutto perora cause civili e sociali, ancorchè in Italia siano finora perse, come i diritti gay, per egoismo, quelli delle donne e dei migranti, per altruismo, quelli dei sofferenti psichici, per dovere professionale, quelli dell'ambiente, per dovere naturale, quelli degli artisti napoletani e della relativa città conurbata, per patriottismo europeo.