Si è appena concluso, con una notte di eventi, il festival Outdoor 2014, alla sua quinta edizione, e si conferma l’interesse vivo e crescente per la streetart, forma d’arte sempre più diffusa anche in Italia. Un “titolo manifesto” eloquente ed esemplificativo di mission e vision della kermesse: una full immersion nell’arte a 360 gradi, muovendosi fisicamente attraverso i 5000 mq dell’ex Dogana di San Lorenzo, una location inusuale e temporaneamente aperta all’arte, che crea un impatto emotivo insolito rispetto ai luoghi tradizionalmente deputati ad accogliere le mostre d’arte.

Non osservatori di un quadro o di un’opera che occupa uno spazio definito e circoscritto, ma fruitori che vivono l‘arte, muovendosi in spazi spesso indefiniti, totalmente immersi nel lavoro degli autori/writers. Cambiano così i punti di vista, si riescono a focalizzare le tante sfumature delle creazioni, dialogando con esse e creando quelle aggregazione tipiche solo di questa forma d’arte.
L’intento della curatrice del festival, Antonella Di Lullo, sembra pienamente riuscito: riqualificare uno spazio urbano finora abbandonato e consentire alla street art di “uscire” dalle strade e confrontarsi con spazi nuovi, fondendosi e integrandosi con essi e offrendoci un viaggio, dove arte e fruitore si muovono all’unisono.

20141116_164135

Un rinnovamento che ha portato la nuova edizione del festival a cambiare location per rispondere a nuove esigenze: rivalutare per la prima volta l’ex Dogana chiusa da anni e sconosciuta ai più e consentire all’arte urbana di esplorare nuove strade.

Questa nuova prospettiva che indaga dinamiche attuali, conferma l’idea out del festival, un oltre, non solo fisico, cui guardare ma anche da creare, lasciandosi trasportare dalle emozioni dell’arte.
Non a caso da tempo ormai, esistono esempi di streetart nazionali e internazionali, tesi a rivalutare e riqualificare gli spazi urbani abbandonati, senza contare che i writers da sempre li utilizzano per comunicare con scopi diversi.
Gli enormi spazi della Dogana, ospitano nomi della streetart di rilievo internazionale, provenienti dai paesi più disparati: Francia, Grecia, Giappone, Sud Africa, Norvegia, America oltre che i nostri compatrioti.

20141116_161748
Tra i lavori che colpiscono, quello del francese Thomas Canto resta forse più facilmente impresso insieme all’italiano Jbrock, se non altro per lo spiazzamento provocato dall’impatto delle loro opere sulla percezione dello spettatore.
Il primo, famoso per le sperimentazioni sullo spazio, ha utilizzato un’installazione che avvolge, ma allo stesso tempo frantuma i punti di riferimento spaziali della sala e rende esploratori attivi di una visione intricata, che ha tanti punti di vista diversi, ma mai del tutto svelati. Un’esperienza emotiva che lascia di stucco il fruitore e lo spinge a muoversi per capire e interpretare gi intrecci.

20141116_161427

Il secondo, invece, ci immerge completamente in un universo di “bi” e “tri” dimensionalità che al primo incontro stordisce, ma subito dopo porta a indagare ogni singolo segno, forma e colore e a trovare prospettive sempre nuove. Lo spazio è invaso da disegni geometrici e non solo, che percorrono il pavimento e, passando per le pareti, pervadono anche il soffitto. La prima sensazione è di una serie di impulsi e macchie di colore che comunicano tra loro in maniera incomprensibile, per poi prendere forma a ogni singolo sguardo. Uno spazio sottoposto a un libero processo di interpretazione senza fine.

(foto presa dalla pagina Fb del festival)

(foto presa dalla pagina Fb del festival)

In questa edizione spiccano anche molte opere di donne tra cui Lady Aiko e Laura Paperina. La giapponese allieva di Bansky, che ha realizzato, con la sua ricerca artistica basata sulla potenza espressiva dei colori, due creazioni fisicamente opposte, ma accomunate dall’utilizzo dello spazio per capirne appieno il significato. Ancora una volta quindi il movimento è al centro delle opere. Su una parete infatti troviamo un omaggio all’arte e all’amore per essa, personificato da due figure femminili che stringono tra le mani due bombolette “da writers” e invitano a entrare nello spazio cui si rivolgono; il tutto circondato da fiori e farfalle, come a simboleggiare un invito a immergersi e lasciarsi andare.

20141116_161209

Sulla parete opposta invece un abbraccio con un tenero bacio fluo a occhi chiusi, come se fosse una tela incorniciata da fiori d’oro intarsiati, quasi a simboleggiare una visione dell’amore che deve emozionarci dentro oltre che fuori. Incontro con l’amore sentito, intimo e appassionato, sempre accompagnato dai colori pop che invadono la sua arte sensuale.

20141116_161016

Laura Paperina invece attinge al mondo dei cartoon, rendendoli però in una maniera diversa rispetto alla classica rappresentazione giocosa e affermando invece le identità di due protagonisti della nostra infanzia: il gatto e il topo.

20141116_164213 Non più una interminabile rincorsa, ma un confronto fisicamente vis à vis, in cui il primo si dichiara “fiero di essere un perdente” e il secondo invece, saluta chi varca la soglia della sua casa, con una falce in mano e un disegno sul corpo che lascia pensare a un sarcasmo ed un’amara conclusione, decisamente opposta alla tenera e ingenua giocosità cui i cartoni ci hanno abituati. Ancora una volta quindi il movimento, l’entrare ed uscire dalle sale, rende al meglio l‘interpretazione di queste opere e le tante diverse sfaccettature che di ognuna si possono cogliere.

20141116_160703

A queste si aggiungono i lavori del norvegese Dot Dot Dot che con i suoi loghi apparentemente solo estetici, comunica l‘evoluzione della streetart che racchiude in sé tante altre strade oltre l’estetica; la parola e la geometria dei greci Blaqk, la delicata ricerca artistica di Faith 47 e l’incontro/confronto di Brus, Ike e Hoek, le nuove e diverse ricerche stilistiche di Tnec e Jack Fox e l’invasione degli occhi scrutatori di Galo, lungo tutto l’ultimo corridoio della Dogana che porta all’uscita dalla mostra.

Per chi non fosse riuscito a partecipare al festival, la Dogana resterà visibile al pubblico attraverso dei tour virtuali fruibili dalla piattaforma on line Street Art Rome, grazie alla collaborazione del Google Cultural Institute, di cui NUfactory è partner nel progetto Street Art, OUTDOOR 2014.

info festival

Dogana, Via dello scalo di San Lorenzo 10 – Roma
http://www.out-door.it/home.php
Informazioni:
NUFACTORY
info@nufactory.it

A proposito dell'autore

Si laurea in Comunicazione nel 2005 presso l’Università degli Studi di Salerno con una tesi sulla comunicazione corporea nel teatro di Pina Bausch. Dopo un tirocinio formativo presso la sovrintendenza del Teatro San Carlo di Napoli entra nello staff del Cerimoniale di Gestione eventi presso la Biennale di Venezia, collaborando ai Festival di danza e teatro e alla 64a Mostra del Cinema. Si è occupata della logistica del quotidiano Il Denaro e delle pubbliche relazioni del free press Pocket. Ha curato eventi di danza e attualmente vive e lavora a Roma.