Grazie al Tom Tom trovo la Biblioteca Comunale di Giugliano, dove stasera va in scena O DISSE A, per la regia di Gennaro Capasso. Esperienza liberatoria, qualche battuta omofoba e misogina,  maledizioni per i maschi libertini e cattiverie tra “capere”, condiscono la trama. Il pubblico non si tiene, adulti come bambini, d’altra parte. In scena nessuno è professionista,  però tengono botta e l’unica cosa che disturba veramente sono i continui applausi ad ogni ingresso,  che impediscono di ascoltare le battute, che vengono puntualmente ripetute.
Quanti siamo…
Potevamo essere di più,  se non ci si vergognasse dei sofferenti psichici oppure è il teatro, obiettivamente colto e a sfondo maieutico, più che moralista, a spaventare tutti. Il gioco istituzionale potrebbe essere ripetuto altrove, sperano in molti, a patto che l’entusiasmo superi l’oggettività.
I ragazzi dell’Istituto Fermi di Aversa e i pazienti delle SIR di Giugliano ringraziano e si aspettano di essere invitati altrove, magari da voi per rappresentare questo loro viaggio nella relazione.
Un plauso particolare va alla protagonista, Enza Ricciardi, cercatela, ha lavorato con Fellini…

A proposito dell'autore

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Manlio Converti, psichiatra, blogger, magato dalla cultura e dall'arte come continua innovazione e sperimentazione, come è la vita, nato nel 69, completa i suoi studi professionali col massimo dei voti nel minimo tempo necessario, laureandosi a 23 anni in medicina. Lavora stabilmente presso la Asl Napoli 2 nord, ma soprattutto perora cause civili e sociali, ancorchè in Italia siano finora perse, come i diritti gay, per egoismo, quelli delle donne e dei migranti, per altruismo, quelli dei sofferenti psichici, per dovere professionale, quelli dell'ambiente, per dovere naturale, quelli degli artisti napoletani e della relativa città conurbata, per patriottismo europeo.