Per fare un corto / Terzo giorno – Visioni. 

Prosegue il diario di bordo sulla realizzazione di un cortometraggio al corso di cinematografia dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.

Foto di Alessandra Bonolis

Foto di Alessandra Bonolis

Mi faccio largo fra i ragazzi che si accalcano ai margini della scena e raggiungo il fondo della stanza per posizionarmi in modo tale da non essere di impaccio a nessuno. Stamane si gira in stamperia una scena particolarmente delicata. Lo stampatore, mentre lavora al torchio, scorge la modella ferma ad osservarlo sulla soglia della porta. La visione (reale o immaginaria?) lo distoglie da ciò che sta facendo, un gesto distratto e una mano finisce fra gli ingranaggi. Per fortuna la regia non è sadica: il protagonista, Salvatore Cantalupo, non dovrà sacrificare per scopi filmici alcuna appendice: una smorfia di dolore convincente, in primo piano, sarà sufficiente a sottintendere l’avvenuto incidente (poche gocce di sangue su un foglio serviranno a ribadirlo).

Foto di Alessandra Bonolis

Foto di Alessandra Bonolis

 

Disegno di Mary Cinque

Disegno di Mary Cinque

Foto di Alessandra Bonolis

Foto di Alessandra Bonolis

La scena è ripetuta più volte: Il regista, Stefano Incerti, non è mai soddisfatto, il dolore che traspare dal volto dell’attore non è mai abbastanza “doloroso”. Che qualcuno debba “aiutare” Salvatore con un calcio ben assestato? Per fortuna, al quarto tentativo, la scena è perfetta: il dolore appare, lancinante. Scroscia l’applauso per la magistrale interpretazione dell’attore che, almeno per questa volta, ha salvato mano e stinchi.

Disegno di Mary Cinque e foto di Alessandra Troiano

Disegno di Mary Cinque e foto di Alessandra Troiano

Mentre la troupe si prepara a girare un’altra scena, noi ci accodiamo allo stuolo di costumiste e truccatrici che seguono Dafne Rapuano, la protagonista, ai camerini. Mentre l’attrice, come una diva, si accomoda allo specchio illuminato offrendo il volto a pennelli e piumini, scambio quattro chiacchiere con Annalisa Ciaramella costume designer e docente dell’Accademia.

Il Camerino - disegno di Mary Cinque

Disegno di Mary Cinque

Dice Annalisa: Il costumista di scena deve essere anche un po’ psicologo. Il personaggio, il suo stato sociale, il suo modo di essere, il suo vissuto deve trasparire in ciò che ha indosso, per aiutare lo spettatore a coglierne il senso, completamente. La sintonia con la regia e la direzione della fotografia è fondamentale: spesso ci si intende con uno sguardo, sappiamo esattamente cosa vogliamo senza che si dica nemmeno una parola.

Foto di A. Troiano e disegno di Mary Cinque

Foto di Alessandra Troiano e disegno di Mary Cinque

Guardo le ragazze dell’Accademia intente a stendere cerone sul bel volto diafano dell’attrice. Per un momento vorrei esserci io sotto le loro mani e sognare di essere Grace Kelly, pochi minuti prima di girare La Finestra sul Cortile.

Foto di Andrea Esposito

Foto di Andrea Esposito

 

 

 

A proposito dell'autore

Project Manager

Alla formazione scientifica (studi in Medicina Veterinaria, prima in Inghilterra e poi in Italia) unisce l'insana passione per l'arte e la letteratura. Dal 2012 collabora con la casa editrice Marchese editore, occupandosi di pubbliche relazioni, promozione e creazione di eventi culturali. Nel 2013 fonda con alcuni collaboratori il blog "About M.E.", legato all'attività della casa editrice ma fin dall'inizio aperto a tutto ciò che è cultura, con particolare attenzione a ciò che succede sul territorio campano. Ama i cappelli, Dostoevskij, e il té delle cinque.