Va di moda incrociare letteratura e arte figurativa e così accade nella mostra Dell’amore e altri tabu – tutti i retroscena dell’amore. In questa occasione, presso Guida Editori a Napoli, complice l’ambiente familiare, la difficoltà a trovare la sede, priva di insegne ormai relegata a un ammezzato privato in un palazzo anonimo, la festa commerciale degli innamorati che perseguita le persone nelle vie della città, tra luci rosse e disegni di cuori e love, la folla che invade ogni angolo attirata anche dalla serata serena e calda di questo inverno bizzarro, insomma, gli stimoli emotivi  sovrastano l’evento.

Mi inoltro nello spazio. Comincio da Rita Esposito, reduce dai suoi peccati, a esporre Lussuria, l’unico lavoro nel quale l’artista abbia rappresentato un uomo, il suo uomo, come un vento grigio, dai capelli parlanti, le lenzuola di un’alcova interiorizzata, la vista perduta in un altrove senza incontro.
Si intreccia perfettamente con i Tabù di Chiara Tortorelli, sensi di colpa e fisime religiose, tradizioni antiche e nuovi limiti culturali, che trasformano proprio l’amore in un oggetto vietato, non esprimibile, relegato in un altrove dentro ognuno di noi.
Entrambe si ispirano all’incontro della carne nell’assenza di reciprocità, all’amore non riconosciuto, Rita con quello sguardo perso e quella mano che si incrocia con quella dell’amato che parla, parla, ma lei, assente, la porta al seno per un desiderio focalizzato solo su se stessa.
Lo scambio, il rapporto umano o quello con il divino, divenuto icona o totem, oggetto per bigotti e fondamentalisti di ogni luogo del mediterraneo, invece che persona o anima o spirito vitale che ci pervada, ce lo spiega, appassionata, Stefania Squillante.
Lo scambio, il rapporto umano è diventato un tabù in una società pervasa dalla relazione virtuale e multimediale, e così perdiamo l’occasione di essere veri proprio nei momenti più essenziali, di farci attraversare dal vissuto del qui e ora, e trasponiamo il tutto in un altrove algido e lontano, soddisfatti del solo nostro narcisismo.
La serata al femminile viene travolta a questo punto dal CUT SHOW di Daniele Galdiero, di cui avevo distrattamente visto le foto dilaniate al PAN nel gennaio 2014 e che stavolta lentamente mi coinvolge personalmente, attraendomi con forza dentro i suoi rotoli di fotografie emozionali, come le viscere già digerite altrove, nel tour europeo già realizzato. Sposta l’attenzione all’inguine, citando culi di Madonne pop e abbracci nudi di musici omosessuali ad arciliuti usurati dal tempo, come le rughe di un uomo innamorato.
Il gruppo si prostra a fotografare la valigia piena di rotoli, i post-it di rimando ai vari tagli rettangolari e ortogonali, tutti diversi, tutti arrivati sul momento, trascinati dal proprio vissuto e dalla relazione con il momento artistico performativo della serata.
Anche lui è preso dalla carnalità dell’essere innamorati, in questa serata magica da Guida, sotto questo soffitto di legno e cartone dipinto come azulejos di terre lontane e, all’improvviso, psicopatici andiamo a tagliare.

 

Maggiori info:

The cut show:
https://www.facebook.com/DanieleGaldierotheCutShow/timeline

A proposito dell'autore

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Manlio Converti, psichiatra, blogger, magato dalla cultura e dall'arte come continua innovazione e sperimentazione, come è la vita, nato nel 69, completa i suoi studi professionali col massimo dei voti nel minimo tempo necessario, laureandosi a 23 anni in medicina. Lavora stabilmente presso la Asl Napoli 2 nord, ma soprattutto perora cause civili e sociali, ancorchè in Italia siano finora perse, come i diritti gay, per egoismo, quelli delle donne e dei migranti, per altruismo, quelli dei sofferenti psichici, per dovere professionale, quelli dell'ambiente, per dovere naturale, quelli degli artisti napoletani e della relativa città conurbata, per patriottismo europeo.