A guardare le facce stupite ed eccitate dei bambini, cui viene dato in mano un rotolo di nastro di jeans, nell’attesa e concitazione di un qualcosa che sta per accadere, si capisce già la portata dell’intervento dell’artista sarda Maria Lai. Siamo a Ulassai, provincia di Ogliastra, nel giorno 8 settembre del 1981: Maria Lai, originaria del paese nel 1919, accetta l’invito del sindaco per compiere un intervento artistico, cambiandone però profondamente i connotati. L’originaria richiesta – realizzare un monumento ai caduti – è trasformata da Lai in Legarsi alla montagna. Con un filo di tela di jeans lega, tutte le case del paese e coinvolge tutti gli abitanti, bambini compresi. Ventisette km di filo azzurro, colore scelto per richiamare un’antica legenda del paese, che vuole che una bambina si salvi da un crollo grazie all’appiglio a un nastro azzurro.

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Per raccontare la mostra Ricucire il mondo – organizzata quest’anno nelle tre sedi di Palazzo di Città a Cagliari, Museo MAN a Nuoro e Stazione dell’arte a Ulassai – si vuole partire proprio da quei visi dei bambini e dei cittadini di Ulassai tutti coinvolti nell’operazione Legarsi alla montagna: da quella concitazione allegra che cresce durante il dispiegarsi del filo reale e simbolico, da quell’empatia che si crea nelle mani di tutti coloro che prenderanno parte al progetto e che sanno di iniziare a costruire insieme un evento che lascerà un segno. Il segno cardine dell’universo simbolico di Maria Lai è il FILO. La tradizione sarda fa da sfondo alla sua opera, perché il ricamo e il cucito fanno parte del suo DNA. Il legame con la letteratura e la poesia sono centrali per Lai fin dall’incontro con Salvatore Cambosu, il suo professore di Lettere che le insegna ad apprezzare la poesia e a capire l’importanza del ritmo.
La storia di Maria Lai si snoda tra la Sardegna, Roma, dove nel 1939 si iscrive al Liceo Artistico, e Venezia, dove studia all’Accademia di Belle Arti. Ritorna a Roma negli anni ’50 per insegnare in provincia e stringe amicizia con Dessì, suo vicino di casa che la incoraggia nel suo lavoro. È una persona semplice e schiva, tanto che non presenzia alle inaugurazioni presso le gallerie romane, tenendosi lontana dalle apparizioni mondane. Si fa vedere solo nel 1971 alla Galleria Schneider di Roma, mentre la consacrazione arriva con la Biennale di Venezia del 1978. Il 1981 è l’anno di Legarsi alla montagna, quando è evidente che la sua ricerca artistica l’abbia spinta verso pratiche performative e ambientali. Si interessa di teatro e di sperimentazioni di teatro-scuola con i ragazzi, che la portano fino al Centre Pompidou. Nonostante le numerose mostre nazionali e internazionali, Maria tiene la sua base in Sardegna fino alla sua morte nel 2013.
La mostra che si apre a Cagliari, a cura di Anna Maria Montaldo, racchiude la sua produzione dagli anni ‘40 ai primi anni ‘80. Si parte dai disegni dall’alto potere evocativo, si passa poi al filo cucito che lascia le proprie tracce sulle Lavagne, Libri cuciti e Geografie, e ancora la sua opera si arricchisce di nuovi materiali quali pane e terracotta rispettivamente con i pupi ed i presepi.

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Piacevole anche l’omaggio di Antonio Marras e Claudia Losi visibile fin dall’esterno, con una serie di corposi fili rossi intervallati da lampadine che avvolgono Palazzo di Città a Cagliari e le altre sedi in un connubio che si fa così anche visibile.
L’immagine complessiva che viene fuori dalla mostra è prima di tutto focalizzata sull’artista, una donna lontana dallo star system dell’arte, una persona vera che trasmette dei valori con le sue opere leggere e soavi che ti arrivano dritte come una poesia ben scritta.
Una mostra ben strutturata che può essere visto come un test riuscito per la candidatura di Cagliari come Capitale europea della cultura nel 2019 e si colloca in un ricco programma di eventi culturali della città.

info mostra

Maria Lai
Ricucire il mondo
Palazzo di Città
Piazza Palazzo 6
Cagliari
Fino al 02 novembre 2014
www.museicivicicagliari.it

A proposito dell'autore

Collaboratore

Laurea con lode in Comunicazione con una tesi sui musei d’arte contemporanea_Caso Napoli. Nel 2007 lavora a Liverpool presso il dipartimento di Marketing e Comunicazione dei National Museums. Corso di perfezionamento in Management Culturale presso la Fondazione Fitzcarraldo, Torino. Dal 2007 ad oggi ha collezionato, insieme a Componibile 62, esperienze come curatrice, project manager e organizzatrice di mostre ed eventi culturali in Italia e all’estero. Collabora con Tafter (Economia della cultura). Oltre che all’arte contemporanea, si dedica anche alla moda, CSR, e viaggi. Il Museo è il suo habitat naturale.