Il coworking a Padova si chiama CO+. Definirlo solo uno spazio di coworking come tanti che ormai affollano l’Italia, è però riduttivo. Chiara è la mission di CO+ oltre le postazioni e le fee offerte: “Un progetto di riqualificazione di un’area nei pressi della stazione di Padova. Il cuore del progetto è nella conversione di uno spazio privato in un laboratorio di innovazione sociale, che ospiterà realtà produttive e associative. Uno spazio di coworking, nel quale incubare e far crescere progetti di impresa, che è contemporaneamente un’iniziativa per animare e ripensare una zona della città che si può definire degradata. Uno spazio non solo per l’incubazione, ma anche accesso a tecnologia, conoscenze, esperienze, opportunità di mercato, talento interdisciplinare e capitale finanziario: tutti aspetti questi che sono normalmente preclusi agli innovatori sociali. Uno spazio in grado di generare e sviluppare idee ad alto impatto sociale, ambientale ed economico. Il nostro desiderio è che CO+ offra ai suoi utenti un mondo d’esperienze, di conoscenze e d’ispirazione”.

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Per rispondere a tale obiettivo, dunque, CO+ presenta un ricco cartellone di eventi e appuntamenti che animano lo spazio, fino a renderlo un nuovo punto di riferimento per tutta la città di Padova. Qualche esempio? Lunedì 9 febbraio è tenuto l’incontro, con ingresso libero, sulla rigenerazione territoriale, in cui Sergio Lironi, architetto e presidente onorario di Legambiente Padova, e Mauro Sarti, progettista per i contratti di quartiere, hanno approfondito le pratiche di partecipazione territoriale italiane e straniere.
E poi spazio ai corsi di formazione da facebook alla risoluzione dei conflitti, senza dimenticare il lato ludico-creativo, con un corso dedicato all’ukulele e successivo concerto tenutosi lo scorso settembre.

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Non ci siamo ancora soffermati sul luogo. CO+ si trova infatti a Piazza Gasparotto, in zona stazione, un’area che risente dei processi di immigrazione. Nello specifico, come si legge sul sito di CO+, “l’unità urbana stazione ha subito negli ultimi vent’anni un forte cambiamento urbano e sociale. Non solo dal punto di vista delle abitazioni, ma anche rispetto all’uso del piano terra (edifici commerciali) e dei marciapiedi, la stazione è oggi uno spazio di multiculturalismo quotidiano. Nell’area della stazione convivono diverse nazionalità di immigrazione e una popolazione italiana over 65, per la maggior parte.

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Se turisti, pendolari, studenti passano da Corso del Popolo, come porta di ingresso privilegiata alla città, in generale l’immigrazione utilizza quello stesso spazio come un luogo di sosta, di socializzazione e di lavoro”. Queste due anime mal si conciliano, specialmente considerando i divari culturali che le caratterizzano. “Eppure piazza Gasparotto, a uno sguardo attento, è un luogo più piacevole, quando è popolata: che siano lavoratori che passano, che siano badanti durante il giorno libero che banchettano.
Ma è possibile cambiare volto a questa piazza? Noi pensiamo di sì, ed è proprio per questo che abbiamo deciso come cooperativa EST di aprire CO+, uno spazio di coworking, al civico n° 7 della piazza. Abbiamo immaginato una logica di rigenerazione dal basso, attraverso un presidio permanente del territorio. Noi qui ci siamo ogni giorno, assieme a tutti i nostri coworker”.

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CO+ è agli inizi di questo percorso che sarà per necessità di cose lungo e faticoso, ma a giudicare dalle sedie a sdraio colorate, piazzate sulla spianata di grigio della piazza durante i mondiali di calcio, le intenzioni si traducono in gesti concreti e pratici. Un gesto come questo è al di là di tutto un segnale forte che può innescare approcci di partecipazione e di interesse. Poi, da cosa nasce cosa…

A proposito dell'autore

Collaboratore

Laurea con lode in Comunicazione con una tesi sui musei d’arte contemporanea_Caso Napoli. Nel 2007 lavora a Liverpool presso il dipartimento di Marketing e Comunicazione dei National Museums. Corso di perfezionamento in Management Culturale presso la Fondazione Fitzcarraldo, Torino. Dal 2007 ad oggi ha collezionato, insieme a Componibile 62, esperienze come curatrice, project manager e organizzatrice di mostre ed eventi culturali in Italia e all’estero. Collabora con Tafter (Economia della cultura). Oltre che all’arte contemporanea, si dedica anche alla moda, CSR, e viaggi. Il Museo è il suo habitat naturale.