Visitare il Museo Civico di Castel Nuovo a Napoli è sempre un’esperienza divertente: nel suo piccolo, ha ogni volta qualcosa di nuovo da offrirti, che si aggiunge ai suoi ricchi tesori, come l’arco di Re Alfonso sulla facciata, il panorama delle terrazze, le collezioni della pinacoteca, tra Luca Giordano e Pacecco de Rosa. Così può capitare di assistere a due première di interessanti mostre: Diarius di Solveig Cogliani e Guado di Egidio Carbone.

La prima, istituzionale e seriosa, è davvero uno spaccato autobiografico della pittrice e, nei suoi semplici e colorati quadri di fontane, tangenziali e cancelli romani, rivela un grande amore per la sua città d’adozione (specie nelle enfatiche tele Popstar, che ritraggono il Colosseo, e la Città Giusta, ispirata a un utopico progetto di rivalorizzazione della tangenziale di Roma), il retaggio della tradizione informale italiana, un disincanto un po’ naïf nel suo sguardo sul mondo.
Cogliani lavora fondamentalmente con acrilico su tela, ma nella serie dei Cancelli ha voluto sperimentare, dipingendo su tele di lino non trattate e senza imprimiture, provenienti da un vecchio corredo, con acrilici e pastelli a olio, divertendosi a lasciare in evidenza le trame preziose del tessuto. L’artista, origini siciliane, malgrado l’evidente pedigree romano e una laurea in giurisprudenza, viene da una lunga gavetta: dagli inizi tra pittura, teatro e poesia visuale, sperimentazioni su plexiglass, promozione di varie associazioni culturali romane, all’incontro con Armando Ilacqua, Mirella Bentivoglio, Maria Grazia Turco. Il risultato odierno di tutto ciò è una forte ribalta mediatica, testimoniata anche dall’attenzione a questa mostra patinata, curata da Francesco Gallo Mazzeo e ideata da Fabio Cozzi, dell’insigne Galleria Michelangelo di Roma, con la collaborazione della galleria napoletana Spazio Nea. Dall’11 al 28 settembre.
Assai stuzzicante è Guado che, in effetti, assolve il compito di promuovere il progetto omonimo dell’attore e regista Egidio Carbone, un cortometraggio di venticinque minuti che ha coinvolto, però, più di duecento tra attori e figuranti (tra i quali Anna Rita Del Piano, Ernesto Mahieux, Francesco Paolantoni, Patrizio Rispo, Julija Majarčuk, Sylvie Lubamba, James Senese, Eugenio Bennato, Enzo Gragnaniello) che è stato proiettato all’Hotel Royal Continental sabato 13 settembre (giorno dell’inaugurazione della mostra) dalle ore 19. Ma l’allestimento, provocante e minaccioso, tra cumuli di mattoni che reggono le fantastiche fotografie di Gianni Galantucci (su tutte, James Senese che suona il sax e Castel dell’Ovo sullo sfondo e una bellissima Julija Majarčuk con un foulard in testa), copie in gesso dei teschi del Cimitero delle Fontanelle, realizzate, insieme alle fosche maschere di Guado, da Gennaro Patrone, è gustoso quanto un autentico vernissage. L’opera più ammirevole di tutte è senz’altro il quadro di Sandra Lagozino che rappresenta una statuaria donna nuda, sospesa supina nel vuoto. In essa si fondono una metà superiore di carne pallida, morente, ma florida, e una inferiore metallica, adamantina, ma lucente e viva. È in quest’ossimoro rappresentata la teoria dell’attore costitutivo di Carbone, che unisce la scienza fisica dei legami costitutivi propri degli elementi, tutti diversi e mutevoli a seconda dei materiali, alla capacità degli attori, degli uomini in carne e ossa, di rispondere alle sollecitazioni continue del vissute. Quale sarà il punto di rottura?

 

info mostre

Diarius di Solveig Cogliani

Curatore: Francesco Gallo Mazzeo

Organizzazione: Galleria Michelangelo Roma – Spazio Nea

Maschio Angioino – Sala Carlo V – p.zza Municipio, Napoli

In collaborazione con Comune di Napoli – Assessorato alla Cultura e al Turismo

Dal 11 al 28 settembre 201
Lun > sab ore 9 >19

 

La mostra Guado è terminata

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