Figlio d’arte e non di un personaggio qualsiasi, Lu Astell ha cambiato nome per evitare di essere confuso con il padre, di cui comunque raccoglie l’eredità artistica, attraversando nelle sue opere i tratti enigmatici dell’inconscio attraverso simboli provenienti dall’immaginario di tutto il pianeta.

Le sue opere al Castel dell’Ovo esuberano la forma delle cornici e sono tutte in cartone pressato, strappato e colorato, anche quelle forme totemiche piccole ad uso e consumo dei bambini, con le quali dialogano e giocano meglio.

Forme antropiche, animali e volti come nelle culture centroamericane compaiono intrecciandosi con il colore e le forme, concedendosi ognuna un nome diverso e reale, come fonte di ispirazione.

Nei confronti dell’arte contemporanea la visione, contemporanea, della Napoli dalle terrazze, è comunque irresistibile e lo sguardo si perde nel vuoto fino al cielo nuvoloso e luminoso che si riflette sulle barche a vela o a remi del porticciolo, dove gli abusi edilizi soffocano il mare, senza fargli perdere l’incredibile bellezza.

Ci si perde anche dietro la crudele manifestazione della medicina, non solo sciamanica, ma velenosa, o alla rappresentazione del pensiero di un amico dell’artista attraverso l’apertura del suo cranio. Alcuni passanti distrattamente citano la perfezione fotografica degli autori del passato, tra cui Caravaggio, ma solo la simpatica laureata in storia dell’arte che casualmente sta leggendo con me le lunghe spiegazioni sulla mostra, di solito ignorate, sa bene dove si trovano esattamente quelle opere a Napoli, mentre nessuno tranne lei conosce Luca Luigi Castellano, morto nel 2001, che fu artefice di mostre, riviste d’arte ed esposizioni d’avanguardia, che appunto la maggioranza dei napoletani, semplicemente, non guardò.

È invece bellissimo ritrovarsi sopra queste terrazze ed entrare nelle sale quando ci sono mostre d’arte contemporanea, che ci permettono di uscire fuori, come in questo caso, dalla noia suburbana e investire il nostro sguardo e il nostro pensiero su qualcosa di tanto lontano eppure vicino.

Le opere di Lu Astell sono omogenee tra loro e anche se sembrano lontane, di tanto in tanto le sentiamo prossime al nostro immaginario anche solo infantile, il cui tratto ricorda ovviamente Mirò, più astratto.

info mostra

Lu Astell – Sotto Sopra

16 maggio – 3 giugno 2014

Sala delle Terrazze, Castel dell’Ovo, Napoli

Ingresso Gratuito

Copywrite RACNA Magazine

A proposito dell'autore

Collaboratore
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Manlio Converti, psichiatra, blogger, magato dalla cultura e dall'arte come continua innovazione e sperimentazione, come è la vita, nato nel 69, completa i suoi studi professionali col massimo dei voti nel minimo tempo necessario, laureandosi a 23 anni in medicina. Lavora stabilmente presso la Asl Napoli 2 nord, ma soprattutto perora cause civili e sociali, ancorchè in Italia siano finora perse, come i diritti gay, per egoismo, quelli delle donne e dei migranti, per altruismo, quelli dei sofferenti psichici, per dovere professionale, quelli dell'ambiente, per dovere naturale, quelli degli artisti napoletani e della relativa città conurbata, per patriottismo europeo.