Nelle suggestive sale espositive del Museo della Casa Rossa di Anacapri, si è inaugurata la mostra personale di Salvino Campos Redemption. L’esposizione è stata organizzata dall’Associazione Culturale ARTEAS e promossa dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per Napoli e Provincia, con il patrocinio dell’IVB – Instituto Vital Brazil di Rio de Janeiro – e della Universidade do Estado do Rio de Janeiro. Guadando la mostra, ti accorgi che è un viaggio fatto da immagini in bianco e nero che si snodano tra differenti scenari in bilico tra presa di coscienza della propria condizione personale e desiderio di “redenzione”, tra la “fuga dall’oscurità” e la “ricerca della luce”.

Salvino-Campos-REDEMPTION_Vale-do-Amanhecer,-Planaltina-DF,-Brasil-2004

Immagini in cui vengono rappresentati diversi modi di appartenenza in diverse manifestazioni e in diversi contesti sociali e culturali.
Salvino Campos raffigura un racconto di un realismo puro con figure che assumono i contorni di presenze raffigurate dalla narrazione che è propria del suo registro creativo, maestro del bianco e del nero. Ha la capacità di saper unire la percezione visiva, seguendo un proprio istinto sensoriale; le sue opere cercano di narrare la religiosità attraverso la realtà, ma facendola divenire onirica, anzi mitologica e per alcuni tratti trasgressiva.

Salvino-Campos-REDEMPTION_San-Costanzo,-Capri,-Italia-2002

Scrive Mario Franco: “Con un termine che indica redenzione, ma anche riscatto o restauro, Redemption si chiama anche un recente film di Steven Knight (2013) che in Italia è stato presentato con il titolo Identità nascoste. E, con una certa libertà, proprio alle diverse “identità” culturali e religiose possiamo ricondurre le fotografie di Campos e al desiderio di individuare nei contrasti tra il bianco e il nero la “redenzione”, il “riscatto” della condizione umana nella sua ansia di elevarsi verso la spiritualità.”

Ho lavorato soprattutto sull’antitesi luce / ombra” dice l’artista “ e mi sono lasciato ispirare dalla luce”. In questo conflitto tra luce e ombra vi è un sentimento trascendentale, dove le immagini sono rappresentate in un divenire osmotico, che potrebbe essere quello che faticosamente e dolorosamente spinge alla luce un’esistenza agonizzante, nella quale si consuma e si estingue l’ultimo anelito vitale: un divenire scandito, agli estremi del suo ciclo, da due suoni, quello del grido che saluta la vita, incontrarla per la prima volta all’alba dell’esistenza, e quello del gemito dell’ultimo commiato al tramonto di essa. Alba e tramonto, vita e morte, amore e odio. Come nel caso delle foto che accostano il “Cimitero delle Fontanelle” ai macabri resti di “Birkenau, Auschwitz”.

Salvino-Campos-REDEMPTION_Cimitero-delle-Fontanelle,-Napoli,-Italia-2008 Salvino-Campos-REDEMPTION_Birkenau,-Aushwitz,-Polonia-2007

C’è un che di onirico e di surrealista nelle opere di questo artista brasiliano che si intenerisce sui corpi segnati dal tempo e dagli eventi, o sui corpi infantili, ricchi di improbabile futuro, o ancora sui corpi modificati nelle acconciature tribali o rituali, nelle feste di varie religioni, trionfanti o piegati sul “muro del pianto” Salvino Campos si richiama alla sacralità della vita.

Salvino-Campos-REDEMPTION_Rosh-Hanikra-Grottoes,-Israel-2013

bio

Salvino Campos è nato nel 1970, a Quartel Geral, nello stato di Minas Gerais del Brasile. Nel 1992 si trasferisce a Porto Alegre dove inizia l’attività professionale ed espone per la prima volta nel 1995. Nello stesso anno si trasferisce quindi a Brasilia. Lavora come assistente nel campo della pubblicità e della moda, maturando e acquisendo la possibilità di sperimentare e adottare particolari modalità di lavoro, quali lo studio della luce e l’utilizzo dei grandi formati. Dal 2000 Campos si trasferisce a Napoli, che diventa la sua città di adozione e lo spartiacque della sua carriera artistica.

Seguendo l’ affermazione di Henri Cartier-Bresson, “la fotografia è un modo per comprendere”, Campos è alla continua ricerca di una sintesi espressiva tra arte e riflessione politico-sociale, dando vita a un percorso originale secondo una struttura flessibile che si presta ad affrontare temi e linguaggi diversi: dallo studio di volti, corpi, personaggi, a quello di epoche storiche, come il barocco, fino al paesaggio affrontato nella sua valenza simbolica, per cui la ripresa fotografica diventa soprattutto una questione di ambienti, spazi ed evocazioni. Vive e lavora fra Napoli e Rio de Janeiro.

info mostra

Redemption

Museo della Casa Rossa, Via G. Orlandi 78 – Anacapri (Napoli)

Dal 20 settembre al 12 ottobre 2014

Dal martedì alla domenica: h 10.00-13.30 / 17.30-20.00 | lunedì: chiuso

www.arteas.org

arteas2007@libero.it

A proposito dell'autore

Una vita dedicata alla scrittura, alla filosofia, alla saggistica e alla critica d’arte, segnata da esperienze e incontri irripetibili Aldo Masullo, Ugo Piscopo, Maria Antonietta Picone, Raffaele Causa, Aurora Spinosa , Nicola Spinosa, Roberto Murolo, Flavio Caroli, Antonio Caprarica, Mimmo Liguoro, Ermanno Corsi, Mario Franco, Augusto Minzolini,Walter Ferrara, Mimmo Jodice, Gerardo Marotta. Ha curato numerose mostre in Italia e intervistato personaggi noti del mondo dell'arte. Ha pubblicato il libro “Il Sangue dei Martiri “ La Vera Storia della Rivoluzione Napoletana del 1799 Edito da Editoriale Programma vincitore del Premio Speciale per la Critica – XV Edizione e del Premio Letterario Internazionale Europa promosso dalla Universum Academy Switzerland – Lugano Sezione Narrativa Edita. E' primo classificato alla XI Edizione del Premio Letterario Internazionale Surrentum per la Sezione Narrativa Edita. Collabora con Istituzioni ed Enti pubblici e privati, associazioni culturali e mondo dell'imprenditoria.