Racconti d’arte: Moderna Museet, il museo di arte contemporanea di Stoccolma, e la personale dell’artista giapponese Yayoi Kusama raccontato da RACNA Magazine.

 

Moderna Museet

Se allarghiamo lo sguardo siamo nell’isola verde e felice di Skeppsholmen nel cuore di Stoccolma, ad accoglierci ci sono le allegre sculture di Niki de Saint Phalle, bambole enormi che giocano con le fontane dello scultore svizzero Jean Tinguely, e c’è anche il sole! Questo non può che essere presagio di un gran bel museo. Il Moderna Museet può vantare una storia formidabile, una vicinanza alle Avanguardie quando esse erano davvero tali, una struttura moderna e solida. Tutto ciò è reso evidente da una collezione permanente, nata nel 1958, di tutto rispetto – con molte opere che furono commissionate proprio per questa location -, dalle sale lettura ricche di volumi con consultazione gratuita che intervallano gli spazi di visita, da un reparto didattico vivo e vegeto, e soprattutto dalla folla che riempie la hall.
Merito del sole, della caffetteria o del fatto che è domenica mattina ma il Moderna Museet si colora di famiglie, adulti, giovani, bambini e turisti. E questo è certamente, più che percentuali o numeri, il dato che visivamente colpisce di più. Se un luogo è vissuto è certamente amato, e se un bimbo di appena due anni continua a rotolarsi sul pavimento a mio avviso è buon segno, se non altro di una libera “percezione” della superficie dello spazio.

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Il percorso espositivo è cadenzato dalle correnti artistiche, di facile fruizione, corredato dai pannelli in doppia lingua (svedese e inglese). Scorrono le forme pop di Andy Warhol, i “rottami” di Rauschenberg, il metronomo di Man Ray, la “fontana” di Duchamp, i “tagli” di Fontana e in pochi passi ci passano davanti le opere più famose e iconiche, come se stessimo sfogliando un compendio di arte contemporanea. Duchamp produsse molti dei suoi ultimi lavori per il Moderna Museet, e Andy Warhol inaugurò la sua prima mostra in terra europea proprio al Moderna nel 1968. Il legame con gli artisti è sempre stato ampiamente coltivato.

 

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Strani pois rossi che avevano già colpito la nostra attenzione del cortile esterno attaccati ai tronchi degli alberi, invadono la hall del museo accanto alla biglietteria, le magliette del personale di sala, e vari altri punti del bookshop e degli spazi interni. Non è varicella, è solo l’artista giapponese Yayoi Kusama attualmente in mostra al Moderna Museet con un’ampia antologica che ne ripercorre la carriera dagli inizi, snodandosi tra il Moderna appunto e l’ArkDes. La pluripremiata artista, sulla scena da circa 60 anni, affonda la sua arte nelle sue ossessioni e allucinazioni di cui è stata colpita fin da piccola, fin da quando volle con tutte le sue forze, nonostante il parere negativo della famiglia, studiare arte a Kyoto. Poi fu la volta della florida scena artistica newyorchese. Nella stravagante epoca degli anni Sessanta, l’artista non risultava neppure troppo eccentrica quando organizzava performance collettive sui temi “caldi” della protesta politica e della liberazione sessuale con uomini e donne nudi ricoperti solo dei suoi immancabili pois. Yayoi Kusama grida alla liberazione dal proprio io, con l’idea di fondersi con l’ambiente circostante, annientando i limiti del Sé e scomparendo in un vuoto che ingloba tutto. Le sue maxi installazioni, le sue enormi tele ben si prestano all’interazione con il pubblico, che si perde nelle reti infinite, tra gli specchi delle stanze ricoperte di pois gialli e palloni colorati. Il pubblico di tutte le età entra nelle sue opere, le percorre dall’interno e ricorre agli ormai immancabili selfie di turno (non c’è tanto l’annullamento del Sé in questa pratica però).

 

Yayoi Kusama

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Bellissima, forse per via dell’allestimento nell’area ArkDes, è l’ultima installazione NARCISSUS GARDEN con cui si chiude la sua mostra. 1.500 boule lucide color argento inondano il parquet in legno chiaro, simili a palle da bowling. Con un gioco di riflessi, da cui il titolo dell’opera, il visitatore si specchia nelle boule. Quando fu installata alla Biennale di Venezia nel 1966, anche se non ufficialmente invitata, fu un clamoroso successo. Kusama cominciò a vendere le boule per 2 dollari l’una ai visitatori, prima di essere prontamente bloccata. “Il tuo narcisismo in vendita” diceva ai suoi clienti. Una severa critica al mercato dell’arte, e non solo.
Oggi l’artista prolifica più che mai spazia dall’arte al design, alla scultura non disdegnando preziose collaborazioni come ad esempio con Louis Vuitton nel 2012. È scesa a compromessi con la sua fragilità e si è lasciata ospitare nell’ospedale psichiatrico Seiwa, dove continua, alacremente a lavorare alle sue maxi tele, nel laboratorio costruito appositamente per lei. Arte e terapia, in fondo, sono la stessa cosa.

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info museo

Moderna Museet si trova sull’isola di Skeppsholmen a Stoccolma in Svezia.

Orari di apertura:

Il museo è visitabile da martedì a domenica, apre da martedì a venerdì alle 10, e chiude alle 18 il mercoledì e il giovedì e alle 20 il martedì e il venerdì. Il sabato e la domenica è aperto dalle 11 alle 17.

Il museo è ad ingresso libero e prevede ticket per la visita di mostre temporanee.

Per tutte le informazioni sul museo e sugli eventi e le mostre temporanee visita il sito ufficiale:

Moderna Museet

 

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A proposito dell'autore

Collaboratore

Laurea con lode in Comunicazione con una tesi sui musei d’arte contemporanea_Caso Napoli. Nel 2007 lavora a Liverpool presso il dipartimento di Marketing e Comunicazione dei National Museums. Corso di perfezionamento in Management Culturale presso la Fondazione Fitzcarraldo, Torino. Dal 2007 ad oggi ha collezionato, insieme a Componibile 62, esperienze come curatrice, project manager e organizzatrice di mostre ed eventi culturali in Italia e all’estero. Collabora con Tafter (Economia della cultura). Oltre che all’arte contemporanea, si dedica anche alla moda, CSR, e viaggi. Il Museo è il suo habitat naturale.