Vita e morte e fiori. L’intenso respiro della danza di Atsushi Takenouchi ha preso vita nel Teatro dell’Accademia di Belle Arti, nel centro storico di Napoli, restituendo un contatto con la tradizione orientale, in tutta la sua eleganza e compostezza. Uno spettacolo che è principio ma anche fine, negazione e rinascita, una riuscita sintesi tra movimenti fluttuanti e grande forza d’animo: il matrimonio perfetto tra la potenza e la tenebrosità della danza butoh e la leggiadrìa dei costumi di Sonia Biacchi, architetture per il corpo umano e scenografie ipnotiche per gli spettatori.

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Costumi che trovano nuova vita con i movimenti di Takenouchi, acquistando un insolito aspetto di sacralità, quasi come se ad essere messo in scena fosse un rito etereo e incantevole, accentuato di certo dalla musica di Hiroko Komija, realizzata dal vivo con elementi naturali come acqua, foglie e sassi. Una contrapposizione viva e visibile con le forme e i materiali impiegati da Sonia Biacchi, che utilizza stecche di balena sintetiche, polistirolo, fibra di vetro e tessuto per vele; materiali inediti e innovativi per singolari forme del contemporaneo.

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Si è rinnovato dunque l’incontro tra la costumista veneziana e la Fondazione Plart, già avvenuto nel 2008, che nuovamente ha proposto il connubio danza-musica-costumi con la performance Vita e morte e fiori (una produzione C.T.R Centro Teatro e di Ricerca, Venezia) in uno spazio originale e attuale come il Teatro Antonio Niccolini dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.

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L’iniziativa ha concluso la seconda edizione del Festival Internazionale del Design, già inaugurato lo scorso luglio e pronto a continuare con il terzo round nei prossimi mesi con altri progetti firmati Fondazione Plart e con la direzione di Marco Petroni.

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Informazioni

www.fondazioneplart.it

www.festivalinternazionaledesign.it