Quando a Napoli si gira curiosi in cerca di arte contemporanea, si viene inevitabilmente distratti dai “contenitori”, ossia dai luoghi che ospitano le opere e gli artisti. La visita comincia ancor prima di cominciare. I marmi, le colonne, le architetture, le vedute, gli affreschi stinti…
E così, prima di entrare nelle streets di Alda Terracciano, io e il mio compagno di scoperte artistiche ci lasciamo prendere e distrarre dal complesso monumentale di San Domenico Maggiore: scaloni bianchi, prospettive mozzafiato, volte e giardini inaspettati e la musica che sale, perché l’arte non è mai sola.
E mentre ci stupiamo di questa bellezza, quasi all’improvviso veniamo risucchiati da un altra bellezza, da un’altra scoperta. E forte ci arriva la diversità, il contrasto tra vecchio e nuovo, così diversi, ma perfettamente intrecciati. Una sala scura, poca luce, sette box sistemati a formare un percorso. Da lì, arrivano luci intermittenti e suoni lievi che, da lontano, si sovrappongono. Bisogna entrare, perché la curiosità aumenta. Cosa troveremo mai in quelle piccole case mobili che ci chiamano a scoprire…
Avvicinandosi si sentono profumi. Caffè, cannella e zenzero, terra bagnata e… un acre odore che sembra familiare e domenicale, e invece proviene da molto, molto lontano. E dopo i profumi, i colori. Le stoffe che arredano i box, qualcosa è dipinto, nella penombra si intravede. E poi le immagini che scorrono. E i suoni che le accompagnano. I volti che si susseguono. Sono strade, palazzi, vedute, processioni sacre e profane.
Fotografie di attimi.
Una bandiera che si alza tra la folla. Una poltrona di pelle nera davanti a una baracca e sullo sfondo enormi e grigi grattacieli. Carte da gioco su tavoli sgangherati e giocolieri dalla barba bianca. Matrimoni dai colori diversi.
Sette luoghi, sette e più profumi che invadono le narici, sette video e milioni di facce. Ma, infondo, sembra che ogni città, ogni street, in realtà, si somigli. Che ci sia un filo che le leghi tutte. Che si ritorni sempre alla città originaria.
Il caffè con la cannella, la terra bagnata profumata di zenzero.

Streets of… 7 cities in 7 minutes. Un viaggio per scoprire sette città, Napoli, Shanghai, Mumbai, Tangeri, Lisbona, Salvador de Bahia e Londra, in meno di un’ora. Installazione multisensoriale di Alda Terracciano, artista e videomaker napoletana, disegnata in collaborazione con l’architetta Kristina Hertel. Un viaggio di esplorazione nelle strade del mondo.
Preparatevi a guardare, preparatevi ad annusare, preparatevi ad ascoltare, preparatevi a stupirvi di quanto tutto sia diverso e incredibilmente uguale…

 

info mostra&progetto

Complesso di San Domenico Maggiore
Vico San Domenico Maggiore, 18
Fino al 4 ottobre 2014
dalle 10 alle 22

Ingresso gratuito

Streets of... 7 cities in 7 minutes

Durante il corso dell’installazione i membri del pubblico saranno invitati a prendere parte a un programma interculturale e intergenerazionale, Living Archaeology of the Place, che coinvolgerà membri delle comunità dei paesi rappresentati nell’installazione e studenti napoletani. L’obiettivo sarà di esplorare l’intersezione tra arte e vita, memorie personali e senso di appartenenza culturale mettendo in discussione facili stereotipi e stimolando la produzione di materiali interpretativi in forma di interviste filmate, testimonianze scritte e orali, oggetti personali e prodotti creativi originali visionabili sulla piattaforma online http://aldaterra.com/projects/the-living-archaeology-of-the-place/

Per prenotazione di visite scolastiche e partecipazione alle sessioni di memoria creativa contattare il coordinatore all’indirizzo email coordinator@aldaterra.com

Per inviare materiali riguardanti le città incluse nel progetto visitare www.aldaterra.com/takepart

Per visionare interviste e contributi personali alla piattaforma online Living Archaeology of the Place
visitare
http://aldaterra.com/projects/the-living-archaeology-of-the-place/memory-sessions/

A proposito dell'autore

Collaboratore

Sin dalla tenera età avevo capito che quelle piccole parole nere sul foglio bianco erano la mia passione. Così mi iscrivo alla facoltà di Lettere, coronando il sogno del “sapere umanistico”. Intanto scopro che la mia voce piace a chi mi ascolta e la presto per piccoli spettacoli e reading letterari. Scrivo su numerose riviste online e blog e fondo un'associazione culturale (I luoghi dell'anima) per cui organizzo eventi . Mi appassiono sempre più ad un altro antico amore, la fotografia, che diventa parte importante del mio tempo. Poi l'incontro con Marchese Editore, ed è “amore culturale” a prima vista. Da lì, presentazioni, reading e collaborazione al blog about M.E. Infine, per il tempo che rimane, cerco di fare al meglio il ferroviere.