Artecinema 2016: il festival del cinema dedicato all’arte diventa adulto e inaugura la 21esima edizione al San Carlo con il Cretto di Burri e un delicato documentario su cosa significa essere fotoreporter in Afghanistan.

Per il pubblico dell’arte la kermesse Artecinema è ormai da ventun anni un appuntamento imperdibile. Si è svolta mercoledì 5 ottobre l’inaugurazione al Teatro San Carlo mentre la rassegna, da oggi fino a domenica 9 ottobre, avrà sede interamente presso il teatro Augusteo e vedrà susseguirsi, dalle ore 17 fino alle 23, una serie di interessanti documentari dedicati al mondo dell’arte in ogni sua accezione.

Per inaugurare questa edizione la padrona di casa Laura Trisorio sceglie due film molto differenti fra loro, ma entrambi incredibilmente toccanti. Il primo è Audioghost68, documentario made in Italy a firma di Giuseppe Lanno e Giancarlo Neri, che racconta in appena dieci minuti la performance svoltasi nel Grande Cretto di Gibellina, in occasione del centenario della nascita di Burri ricorso nel 2015, anno in cui l’opera di Land Art, iniziata nel 1984 e tutt’ora una delle opere più grandi al mondo, è stata finalmente ultimata. In una notte più nera del nero, mille piccole luci corrispondenti ai caschetti da minatore indossati da altrettanti performer hanno illuminato i cunicoli dell’opera che l’artista volle far sorgere lì dove sorgeva Gibellina, città della Sicilia occidentale totalmente rasa al suolo in seguito al terribile sisma del 1968. Nell’eco delle amene canzonette d’epoca provenienti da una radiolina le luci corrono e danzano, ridando vita alle macerie che l’artista volle compattare con il cemento, in ricordo delle centinaia di vite perse nel tragico evento.

Artecinema 2016: FramebyFrame

Artecinema 2016 – Frame by Frame

Ma è soprattutto il secondo film ad aver davvero toccato i cuori della sala gremita del Teatro San Carlo. Frame by Frame, delle registe americane Alexandria Bombach e Mo Scarpelli, racconta la storia di Farzana, Massoud, Najibullah e Wakil, quattro fotografi e fotoreporter che vivono e lavorano in Afghanistan. Le loro storie personali si sovrappongono a quella del paese, di guerra in guerra, di oppressione in oppressione, fino ai giorni nostri. Bombach e Scarpelli riescono a svincolarsi dai soliti cliché, così come dal pietismo facile e dal sensazionalismo, e lo fanno con leggerezza e profondità al tempo stesso. Seguendo Farzana nel tentativo di ridare voce con le immagini a generazioni di donne mute e senza volto, Wakil indissolubilmente legato alla piccola protagonista di una foto straziante che gli è valso il Pulizer, Wakil che vuole raccontare come la droga sia il modo più facile per fuggire al dolore e Najidullah con la sua voglia di insegnare, le registe ci restituisce uno spaccato dell’Afghanistan odierna mai banale, che non ci risparmia niente ma che è anche un messaggio di speranza. Il loro lavoro è una piacevole brezza di forme e colori che corre fra le macerie, i rifiuti onnipresenti, i brandelli di corpi umani, gli sguardi persi. Sono proprio la voglia di bellezza come mezzo per essere liberi e la restituzione della verità i gradi temi di Frame by frame, così come sono gli obiettivi che i quattro fotografi perseguono tenacemente, sopportando un clima politico ostile, la censura perenne, la scarsezza dei mezzi a disposizione.
Il bello può essere in ogni luogo e come dice Farzana, con il velo in testa e la macchina fotografica in pugno, “il nostro lavoro è cercare la luce giusta. E aspettare solo che qualcuno ci passi attraverso”.

info Artecinema 2016

Artecinema – 21° Festival Internazionale di Film sull’arte Contemporanea
a cura di Laura Trisorio
5 ottobre 2016 – Teatro San Carlo
dal 6 al 9 ottobre 2016 – Teatro Augusteo
www.artecinema.it

 

A proposito dell'autore

Project Manager

Alla formazione scientifica (studi in Medicina Veterinaria, prima in Inghilterra e poi in Italia) unisce l'insana passione per l'arte e la letteratura. Dal 2012 collabora con la casa editrice Marchese editore, occupandosi di pubbliche relazioni, promozione e creazione di eventi culturali. Nel 2013 fonda con alcuni collaboratori il blog "About M.E.", legato all'attività della casa editrice ma fin dall'inizio aperto a tutto ciò che è cultura, con particolare attenzione a ciò che succede sul territorio campano. Ama i cappelli, Dostoevskij, e il té delle cinque.