È durato solo tre giorni il terzo evento d’arte contemporanea prodotto a Maranola da Seminaria, già nota anche per la sua partecipazione a Settembre al Borgo e quindi specializzata nell’incursione nei luoghi medievali del nostro Appennino.

Salimmo in quattro per la viuzza stretta ornata da un praticello al posto dello scolo centrale delle acque, badando a ogni passo ai resti non segnalati delle precedenti esposizioni e a ai cartelli evidenziati in verde, che ci insegnavano qualcosa sul significato delle opere.
Bandiere con volti anonimi di anziani cittadini di Maranola su sfondo bianco (Marina Paris) o giochi con pastore (Giù Pioventini), cui contribuire con una pecora da presepio, che c’era stata consegnata come avatar all’inizio del percorso, ci hanno poco impressionato, ma ci hanno dato il senso della complessità dell’operazione.

La scoperta del vero volto del luogo, delle sue tradizioni ormai perdute a causa dell’omologazione cibernetica, ma anche il permanere delle antiche pietre e dei giardini nascosti tra le vie del borgo, cui si accede da uno spuntaco  molto più recente.
Le luci diffuse dalle finestre vissute da turisti o paesani, segnavano il passo di versi in vernacolo, raccolte da Donatella Spaziani, tra le genti del posto e diffuse ovunque sulle pareti stanche e scalcinate dai loro giovani divertiti col gesso.
Cuscini bianchi sulla verticale di una facciata in pietre scombinate di una casetta disegnata da un bambino non sorreggono bicchieri ben piantati al centro e pieni a metà di inchiostro, come ogni sciocchezza che dai media continuiamo a lasciare che ci invadano nel quotidiano (Gino Sabatini Odoardi).
Mamma, mamma, ossessivo è ripetuto oltre l’arco di un cortile dove non possiamo entrare, lasciandoci il mistero di queste grida disgregate (Silvia Giambrone).
Lumini delicati e poetici costruiscono un cielo alla rovescia pendendo dagli olivi lungo le mura panoramiche, da cui ammirare lontano il presepio del golfo di Gaeta (Filippo Riniolo), fantasmi di chi entra effettivamente nella casa, inseguono deformati le proiezioni in una casa tra le tante (Andrea Aquilanti), mentre casa De Wit è piena di omini di ceramica che delicatamente si impossessano del luogo e ci impongono un percorso da seguire (Raffaella Fusciello).
Una sciamana sudamericana nota al mio gruppo si inventa i mali dei suoi avventori per vendere secche erbe per tisane ancora integre sugli steli o marmellate ed oli della sua campagna.

L’inventario delle emozioni vissute alla scoperta di Maranola, borgo antico di Formia, vuole celebrare un modello espositivo e creativo per un turismo alternativo dentro gallerie d’arte millenarie.

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http://www.seminariasogninterra.it/​

A proposito dell'autore

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Manlio Converti, psichiatra, blogger, magato dalla cultura e dall'arte come continua innovazione e sperimentazione, come è la vita, nato nel 69, completa i suoi studi professionali col massimo dei voti nel minimo tempo necessario, laureandosi a 23 anni in medicina. Lavora stabilmente presso la Asl Napoli 2 nord, ma soprattutto perora cause civili e sociali, ancorchè in Italia siano finora perse, come i diritti gay, per egoismo, quelli delle donne e dei migranti, per altruismo, quelli dei sofferenti psichici, per dovere professionale, quelli dell'ambiente, per dovere naturale, quelli degli artisti napoletani e della relativa città conurbata, per patriottismo europeo.