Si è inaugurata sabato 27 settembre, presso la galleria Al Blu di Prussia, la personale di Giosetta Fioroni Memory Lane, curata da Mario Pellegrino e introdotta da un testo critico di Silvio Perrella, in mostra fino al 25 ottobre. Lo spazio multidisciplinare di Giuseppe Mannajuolo ha aperto questa nuova stagione, in concomitanza con IV Edizione del Premio Fondazione Mannajuolo, istituito da Giuseppe e Patrizia Mannajuolo per celebrare uomini e donne di cultura che nella loro carriera si sono distinti come punte di eccellenza. Per la sua ottava stagione artistica, Al Blu di Prussia riparte con una rassegna dedicata alla valente artista romana tra le maggiori protagoniste della pittura italiana contemporanea che, con la sua poetica un po’ visionaria e alimentata dai mezzi espressivi più diversi, rinnova lo spirito della prima stagione della galleria, quello degli anni Quaranta- Cinquanta dal mecenate Guido Mannajuolo.

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Esposti ventisei lavori, tra cui tredici carte geografiche di grande formato (70 x 60 cm) e tredici piccole (40 x 40) con interventi pittorici della Fioroni e otto gigantografie di lettere scritte ai suoi amici scrittori e artisti Cy Twombly, Guido Ceronetti, Erri De Luca, Silvio Perrella, Lucia Campione, Raffaele La Capria, Petote. Giosetta Fioroni lavora al centro di questa strana isola urbana, in un grande studio che possiede la scabra eleganza di una vecchia officina di riparazioni. Come ci dice il documentario trasmesso durate la mostra, Giosetta Fioroni ha custodito in sé la fiammella dell’inquietudine e dell’esperimento che forse, di tutte le componenti dell’ispirazione, è la più fragile e insieme la più preziosa. E dire che due anni fa Germano Celant ha dedicato ai suoi dipinti una splendida monografia, vero e proprio monumento critico, di quelli che si possono dire definitivi. Eppure, non c’è monumento, non c’è riconoscimento che potrebbe mettere Giosetta al riparo dalla suprema tentazione: rimettere tutto in gioco, affrontando le nuove idee con la trepidazione dell’esordiente. Questo accade quando si vive la propria carriera come una fiaba, un percorso iniziatico, un sogno. Più che un itinerario rettilineo, una specie di spirale dove le illuminazioni improvvise e i sussulti del cuore contano più di ogni continuità.

Guarda la fotogallery dell’inaugurazione a cura di Angelo Marra

 

 

Arrivata con un’aria un po’ incerta di chi confessi un peccato invece di enunciare una poetica: “Alla mia età, dice, invece di accontentarmi di ciò che sono, ho cominciato a covare in me una serie di immagini, che corrispondono ad altrettanti ritratti di ciò che sarei potuta essere, o diventare. Una galleria di identità alternative, o di aspetti di me inespressi, latenti, impossibili“.

Da questa difficile ricerca, che si potrebbe definire come una nuova frontiera del narcisismo, è nata un’opera inquietante e sorprendente, portata a termine assieme a Marco Delogu, che con la sua sapienza di fotografo ha catturato questo pulviscolo di fantasmi, di identità alternative. Esplicito è il riferimento letterario alle Vite immaginarie di Marcel Schwob. Ma mentre il grande scrittore simbolista scriveva biografie di artisti e celebri assassini del passato, qui l’energia dell’immaginazione è tutta concentrata su un unico soggetto, che ammicca dalla pluralità dei suoi travestimenti. A volte l’impressione è quella della discesa agli inferi, a volte quella di un’improvvisa liberazione. È con il rigore di una vera e propria body artist che Giosetta Fioroni ha scelto i costumi, le parrucche, i trucchi e tutti gli altri accessori che servivano a dar corpo alle sue identità immaginarie.

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Tutta l’opera di Giosetta Fioroni è condizionata da questo scarto: da un lato c’è il mestiere, inteso come padronanza tecnica e disciplina; dall’altro si annidano la sorpresa, l’illuminazione, l’allargamento improvviso della conoscenza. Gli incontri con De Kooning, con Rothko, con Twombly hanno influenzato Giosetta Fioroni, facendola divenire l’artista italiana più newyorchese, sia per linguaggio che quello ha espresso lungo il suo percorso di artista.

info mostra

Al Blu di Prussia
via Gaetano Filangieri 42 – Napoli
dal 27 settembre al 25 ottobre 2014
Orari: martedì-venerdì, ore 16.30 – 20.00
sabato ore 10.30 – 13.00 e 16.30 – 20.00
Ingresso libero -Info e contatti:
www.albludiprussia.com
Tel. 081 40 94 46

 

A proposito dell'autore

Una vita dedicata alla scrittura, alla filosofia, alla saggistica e alla critica d’arte, segnata da esperienze e incontri irripetibili Aldo Masullo, Ugo Piscopo, Maria Antonietta Picone, Raffaele Causa, Aurora Spinosa , Nicola Spinosa, Roberto Murolo, Flavio Caroli, Antonio Caprarica, Mimmo Liguoro, Ermanno Corsi, Mario Franco, Augusto Minzolini,Walter Ferrara, Mimmo Jodice, Gerardo Marotta. Ha curato numerose mostre in Italia e intervistato personaggi noti del mondo dell'arte. Ha pubblicato il libro “Il Sangue dei Martiri “ La Vera Storia della Rivoluzione Napoletana del 1799 Edito da Editoriale Programma vincitore del Premio Speciale per la Critica – XV Edizione e del Premio Letterario Internazionale Europa promosso dalla Universum Academy Switzerland – Lugano Sezione Narrativa Edita. E' primo classificato alla XI Edizione del Premio Letterario Internazionale Surrentum per la Sezione Narrativa Edita. Collabora con Istituzioni ed Enti pubblici e privati, associazioni culturali e mondo dell'imprenditoria.