A Solofra, presso la Fondazione De Chiara De Maio, fino al 28 novembre 2022 sarà possibile conoscere le interessanti opere di Gino Quinto, il poliedrico artista napoletano che, attraverso la virtuosa prassi della rigenerazione creativa di oggetti, spesso giocattoli, dismessi o defunzionati, restituisce dignità esistenziale e senso poetico a cose altrimenti destinate alla distruzione e all’oblio.

articolo di Angela Mallardo

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La mostra di Gino Quinto, intitolata Memory, ovvero il dovere di “ricucire i ricordi attraverso il silenzio della memoria”, come scrive lo stesso autore nel catalogo, rientra nella rassegna d’arte contemporanea COLORI a cura di Valerio Falcone, un programma culturale a lungo termine che si avvale del patrocinio morale del Comune di Solofra e che ospiterà ogni tre mesi circa, mostre di artiste e artisti di riconosciuto valore.

La mostra aderisce alle iniziative della diciottesima Giornata del Contemporaneo, promossa dall’AMACI (Associazione non profit nata nel 2003 formata da 24 tra i più importanti Musei d’Arte Contemporanea Italiani ) l’otto ottobre 2022, con il sostegno del Ministero della Cultura e la collaborazione del Ministero per gli Affari Esteri che quest’anno hanno scelto il tema dell’ecologia e della sostenibilità date le urgenze globali che impongono un ripensamento del sistema dell’arte contemporanea tramite una rinnovata consapevolezza e una più diffusa sensibilità.

Il percorso artistico di Gino Quinto parte dagli anni Settanta del novecento quando da appassionato collezionista frequenta gli ambienti artistico-culturali venendo in contatto con molteplici esponenti dell’arte contemporanea. La sua vena creativa così nutrita e corroborata da una costante attenzione alle dinamiche socio-ambientaliste della realtà internazionale comincia a rispondere alla “chiamata” di un mondo in affanno, divenendo un testimone di quel movimento artistico-culturale che attraverso i diversi linguaggi dell’arte contemporanea rappresenta l’urgenza di una presa di coscienza verso i temi della tutela ambientale ponendo un freno al consumismo e agli sversamenti. Nascono così le prime esposizioni che a partire dal 2010 portano alcune sue sculture anche in mostra permanente in diversi siti italiani e in molteplici collezioni private, forti di un’idea costante che usa il medium della bellezza per aiutare l’osservatore a comprendere il proprio ruolo salvifico personale e planetario.

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Della poetica artistica di Gino Quinto hanno scritto curatori e critici d’arte come Massimo Sgroi, Luca Palermo, Rosaria Morra, Valerio Falcone, Diodato De Maio.

A proposito dell'autore

Fotoreporter

Una vita dedicata alla fotografia, alla pittura e all'architettura, segnata da esperienze e incontri irripetibili. Julian Beck, Quintino Scolavino, Gianni Pisani, Lucio Amelio, Joseph Beuys, Keith Haring, Arnaldo Pomodoro, Gillo Dorfles, Enrico Bay, Nicola Pagliara, Mimmo Jodice, questa la lunga galleria di personaggi che arricchiscono la sua biografia. Studi in scenografia all'Accademia di Belle Arti di Napoli, numerose esposizioni e lavori in giro per l'Italia. Nell'ultimo decennio insieme alla pittura e alle installazioni, Marra esprime il suo talento creativo attraverso la fotografia, innescando un percorso professionale che abbraccia performance artistiche ad esperienze editoriali, collaborazioni con Istituzioni ed Enti pubblici e privati, associazioni culturali e mondo dell'imprenditoria.