Inaugura sabato 19 settembre al Museo Archeologico Nazionale di Napoli la mostra OSMOSI dell’artista Luisa Terminiello a cura di Marco De Gemmis. Nei lavori di Luisa Terminiello sono evidenti l’equilibrio compositivo, una misura minimale e una classica compostezza, caratteri salienti della sua ricerca artistica, presenti nella serie di opere che saranno presentate al Museo Archeologico.

ICARO luisa terminiello

 

In queste immagini Luisa Terminiello affronta l’accostamento di soggetti eterogenei, che convivono però, senza alcun diaframma, anche nella stessa immagine, instaurando tra di essi un’intima relazione: corpo umano e corpo di marmo o di bronzo, corpo caldo e corpo freddo, accomunati dalla bellezza, trovano la maniera per compenetrarsi e trasfondersi reciprocamente i loro differenti modi di essere poeticamente vivi.
Si creano così nuovi individui compositi, partecipi delle sostanze materiali sia della persona che della statua, che non sembrano contornati di una natura provvisoria, ma il risultato di un processo osmotico, come è sintetizza nella presentazione della mostra. Nelle altre immagini, le giovani modelle e i giovani modelli “interpretano” personaggi del mito: “Apollo e Dafne”, “Narciso”, “Icaro”, quasi sempre portando con sé un unico oggetto che evochi concettualmente il racconto.

La fotografia di Terminiello è il prodotto di uno sguardo che sottopone a controllo la fascinazione “subita”, senza neutralizzare o ridurre l’imperiosità del richiamo. L’artista non si esclude mai dalla scena, perché diventa parte della ripresa anche quando non vi compare, pienamente coinvolta dal gioco di cui detta le regole. Tra queste, l’eliminazione dell’inessenziale, degli elementi di disturbo, pur se accoglie in alcuni casi un difetto o un orpello caratterizzante i suoi personaggi, apparentemente dissonante, “provocatorio”.
Questo elemento diventerà il problema risolto, se il suo coraggioso apporto significativo saprà contribuire all’immagine, facendosi però riassorbire nella sua essenzialità. Anche per questa via l’opera può smarcarsi dalla algidità che potrebbe invalidarla: anzi, la già ricca e variata, sebbene notevolmente coerente e sicura, ricerca di Terminiello, interessa anche, o forse prima di tutto, per la partecipazione emotiva che la attraversa, che è già nella relazione che sembra legare l’autrice ai soggetti delle sue immagini e i soggetti delle sue immagini fra loro, se questi sono, come è spesso, una coppia – amiche o amici, amanti, sorelle o fratelli, perfetti sconosciuti – da lei messa in posa e pienamente presa dal gioco affettuoso o delicatamente erotico, e talvolta non privo di una condivisa malinconia, che nel luogo della ripresa si sta svolgendo e preparando per lo sguardo altrui.