‘‘La Pop art è per tutti”, affermava Warhol.
Forse bisognerebbe leggere questa frase a molti di quelli che per motivi diversi hanno storto i loro nasi e guardato con snobismo borghese le lunghe (ma tanto lunghe) file, formatesi lungo il marciapiede “chiaiese” che portava al PAN e ad Andy Warhol.
Lascio analizzare ad altri l’affermazione di Warhol dal punto di vista artistico.
Ma mi ci soffermo da cittadina, amante dell’arte e donna stanca di sentire “lamentazioni” continue e, spesso, fini a se stesse, che provengono dalle “anime in pena” di questa complicatissima città.
Non si fa arte e ci lamentiamo perché la città è addormentata, è indietro di mille anni, poco europea.
Sì fa dell’arte, si organizzano grandi eventi, e siamo tutti capre, lì in fila ad aspettare per ore, a creare resse (o forse ad infastidire qualcuno che non può andare a fare shopping con calma perché le hanno occupato gli “chiccosi” marciapiedi!).
Non sarà che la chiave delle lunghe attese è proprio l’affermazione di Warhol?
“La pop art è per tutti”. Forse è proprio così.
E dov’è, mi chiedo, il problema?

Warhol è a Napoli, al PAN (Warhol e Napoli, una storia che si ripete).
Due piani, 187 opere.
Un percorso tra serigrafie, tele, fotografie. I colori, le sovrapposizioni, le ripetizioni, quasi ossessive. Volti, linee, ma anche le famose copertine dei dischi, le scatole scultura. Le Marilyn, i Ladies and Gentlemen.
E poi, il rapporto con Napoli. Napoli città complicata, appunto. Controversa ed eterogenea.
Napoli fatta di volti e personaggi.
Una fetta, consistente, della mostra è dedicata proprio a questo strano e prolifico rapporto.
I personaggi conosciuti a Napoli, da Warhol, i cui volti sono stati immortalati nell’opera pop.
Una gigantografia della prima pagina del mattino di quel famoso novembre 1980, quando la terra tremo’ forte e a lungo e non si poteva non urlare “Fate presto”.
E poi lui, il gigante dormiente, assopito, che può esplodere e travolgere.
E si arriva ai famosissimi Vesuvius. E il gigante esplode, in colori accecanti. Ed ogni Vesuvio assume sfumature diverse, accostamenti di colori che gli cambiano aspetto, ma non ne abbattono la potenza e la bellezza.
Warhol è a Napoli. E Napoli risponde. In massa. E con piacere, forse, sorriderà e si troverà d’accordo con Andy quando dice che “la pop art è per tutti”.
Ma Napoli (i napoletani accorsi a questa festa pop) usciranno dal PAN seguiti anche da qualche piccolo punto interrogativo.
Con i colori negli occhi e il piacere di aver visto cose “belle”, ma con qualche dubbio da colmare, perché poco portati per mano.
La mostra forse pecca di qualche apparato didattico in più e di didascalie esplicative.
“La pop art è per tutti”, ma questi “tutti” sono pieni di domande, curiosità e desiderio di approfondire. Di capire fino in fondo la voglia di raccontare (a suo modo) di Andy, quella voglia pop che non passa mai di moda.

Andy Warhol Vetrine è stata curata da Achille Bonito Oliva ed organizzata dall’associazione Spirale d’idee, col patrocinio del Comune di Napoli e del Forum delle Culture.

  Immagini della giornata inaugurale della mostra, foto di Angelo Marra 

 

 

info mostra

La mostra Andy Warhol Vetrine

(inaugurata il 17 aprile) rimarrà al PAN, Palazzo delle arti di Napoli, fino al 20 luglio 2014.

La Mostra sarà aperta dal Lunedì al Sabato dalle 9.30 alle 19.30 (la biglietteria chiude alle 18.30)
La domenica dalle 9.30 alle 14.30 (la biglietteria chiude alle 13.30).
La Mostra è ospitata nelle sale del I° e  II° Piano
Il Martedì la mostra è chiusa al pubblico.

A proposito dell'autore

Collaboratore

Sin dalla tenera età avevo capito che quelle piccole parole nere sul foglio bianco erano la mia passione. Così mi iscrivo alla facoltà di Lettere, coronando il sogno del “sapere umanistico”. Intanto scopro che la mia voce piace a chi mi ascolta e la presto per piccoli spettacoli e reading letterari. Scrivo su numerose riviste online e blog e fondo un'associazione culturale (I luoghi dell'anima) per cui organizzo eventi . Mi appassiono sempre più ad un altro antico amore, la fotografia, che diventa parte importante del mio tempo. Poi l'incontro con Marchese Editore, ed è “amore culturale” a prima vista. Da lì, presentazioni, reading e collaborazione al blog about M.E. Infine, per il tempo che rimane, cerco di fare al meglio il ferroviere.