Errore

Quando ero uno studente di Architettura mi chiedevano la rappresentazione delle cose dal vero, riproducendo prospettive e punti di fuga. Copiare fedelmente le cose, non sbagliare, non commettere errori: eccomi con matita e gomma a riprodurre sul foglio ciò che vedevo, mentre quello che avevo in testa (o, per meglio dire, nella pancia) voleva prepotentemente venir fuori. Un giorno mi decisi a gettare la matita, e a gettare la gomma ancora più lontano. L’errore è una risorsa enorme. Non possiamo immaginare quanto sia artisticamente fertile un errore.

Desiderio

Come nasce una mia opera? Molti mi rivolgono questa domanda, ma non sono mai riuscito a trovare una risposta. Tutto nasce da una specie di impotenza, dall’incapacità di dominare la mente. Forse l’origine di tutto è l’istintivo desiderio di cogliere qualcosa che è al di là della nostra comprensione.

Bambini

I bambini sono la parte più vera dell’umanità. I bambini mi hanno insegnato, e ancora mi insegnano, a non dimenticare come si guarda il mondo dalla loro prospettiva: con l’incanto, la meraviglia. Ho lavorato molto con i ragazzi cosiddetti di strada: di Nisida o di Scampia. Ragazzi provenienti da realtà difficili, in cui facilmente si perde il disincanto della giovinezza. Nei progetti in cui li coinvolgo scoprono la bellezza della creazione, scoprono come l’arte possa essere una via di fuga, una possibilità di evasione. Fra i miei ricordi più belli c’è questa specie di sfida al disegno di cavalli. Dopo anni ho rincontrato alcuni di quei bambini, oggi adulti. Anche loro ricordavano la gara a disegnare il cavallo più bello. Ricordavano questo come il punto di svolta, con il quale abbandonare una strada segnata, per raggiungere qualcosa di meglio. Grazie a loro sono rimasto un po’ bambino e questo, per un artista, è una cosa importantissima. Non ho aiutato loro più di quanto loro non abbiano aiutato me.

Note biografiche

Nato a Potenza il 1 maggio del 1931, si è formato alla facoltà di Architettura di Napoli, dove ha ricoperto la cattedra di Progettazione e quindi è stato direttore della Scuola di Specializzazione in Disegno Industriale. Negli anni ‘70, con Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Andrea Branzi e altri, ha avviato l’esperienza della Global Tools, scuola sui generis di architettura e design, fucina della cosiddetta “architettura radicale”. Nel 1981 ha vinto il premio Compasso d’Oro per la ricerca decennale sulla caffettiera napoletana.
Da sempre impegnato nelle attività sociali (come la fondamentale esperienza di lavoro in diversi quartieri di Napoli: con i bambini del Rione Traiano, con gli anziani della Casa del Popolo di Ponticelli e l’impegno con i giovani del Rione Sanità), ha fondato l’Università di strada, l’associazione Semi di Laboratorio e ha promosso il Premio Compasso di latta, per una nuova ricerca nel campo del design nel segno del sostegno umano, della eco-compatibilità e della decrescita. Negli ultimi trent’anni ha sostenuto un’espressione artistica intesa come creazione di un rapporto articolato tra la ricerca, l’architettura e il design, la scultura e la pittura, l’arte e l’artigianato, mantenendo al centro la finalità di uno sviluppo umano attraverso il dialogo e il potenziale di creatività che ne sprigiona.
In Italia e all’estero sono state dedicate numerose mostre alla sua multiforme attività – come architetto, designer, scultore e pittore. Tra le più importanti: la Biennale di Venezia, la Triennale di Milano, la Biennale di Chicago, il Museo del Design di Denver, il Guggenheim Museum di New York, il Museo di Copenaghen, il Museo di Arte Contemporanea di Salonicco, Palazzo Reale di Napoli, la Modern Art Agency di Lucio Amelio a Napoli, la Fondazione Cartier di Parigi, il Museo delle Arti Decorative di Montreal, il Tabak Museum di Vienna, il Museo Zita delle Spandau di Berlino, Castel dell’Ovo a Napoli.

Foto: Susy D’Urzo
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A proposito dell'autore

Project Manager

Alla formazione scientifica (studi in Medicina Veterinaria, prima in Inghilterra e poi in Italia) unisce l'insana passione per l'arte e la letteratura. Dal 2012 collabora con la casa editrice Marchese editore, occupandosi di pubbliche relazioni, promozione e creazione di eventi culturali. Nel 2013 fonda con alcuni collaboratori il blog "About M.E.", legato all'attività della casa editrice ma fin dall'inizio aperto a tutto ciò che è cultura, con particolare attenzione a ciò che succede sul territorio campano. Ama i cappelli, Dostoevskij, e il té delle cinque.