Dietro il suo Borsalino Mario ti scruta, fumandosi la sigaretta dopo-caffè di metà mattinata, mentre attraversi il grande cortile di Casa Morra. Ti indica con un gesto la scala da imboccare per accedere agli Archivi Mario Franco senza perderti fra le dedaliche sale succhia-pensieri del Museo che conserva e mostra la Collezione di Peppe Morra. Le mani fantasma di Nitsch, Cage, Duchamp, Kaprow, Schimamoto ti afferrano e ti guidano nei loro mondi per raccontarti storie vere o di fantasia, per regalarti i loro incubi e i loro sogni. Ma questa volta non mi lascerò rapire dallo spirito della casa.

Ammirando i tesori nascosti dell’Archivio Mario Franco

Sono qui per far visita a Mario Franco che da pochi mesi ha trasportato 50 anni di libri, cataloghi, film in pellicola, DVD in questi luoghi, con l’intenzione di rendere patrimonio di tutti la sua collezione personale dedicata, con molte divagazioni, alla cinemaografia. Ma il vero archivio Mario Franco lo ha nella testa, proprio sotto il suo inseparabile Borsalino. I libri, i film, le pellicole odorose sono solo un punto di partenza per una storia che ti racconterà presto e che stenterai a credere sia vera anche se lo è, mentre di là Rosaria (inseparabile moglie/compagna d’avventure di Mario) mette su la macchinetta del caffè.

Spaccati della gloriosa Partenope della sperimentazione, la Napoli di Peppe Morra che nel suo studio di via Poerio porta Marina Abramovich a superere i propri limiti, la Napoli di Lucio Amelio, ipnotico e sorridente nei suoi completi bislacchi e capelli impomatati, la Napoli che accoglie e seduce Andy Warhol e Joseph Beuys. Con voce dolce e ironia pungente, Mario narra Napoli e tutti i personaggi dei suoi ricordi, e a tutto è connesso un pezzo del suo Archivio: una pagina di un catalogo che non tarderà a mostrati, una sequenza da cercare in un video mandando avanti e indietro una obsoleta videocassetta.

Ovviamente, e sopra a tutto, c’è la “settima arte”, il Cinema: quello grande dei Kubrick, Welles, Fellini, Rossellini, a cui si affianca quello della sperimentazione, le avanguardie tedesche, francesi e russe, l’underground Americano e le produzioni sperimentali Made in Naples degli anni ’70.
Giusto il tempo di sorbire il caffè offerto da Rosaria che Mario ti porta a visitare la sua “Wunderkammer”: la sala cinematografica annessa agli Archivi. È questa la sede di un ciclo di proiezioni già in corso a cui seguiranno ulteriori rassegne. Un’occasione, in molti casi unica in città, per conoscere registi meno noti ma geniali, venire a contatto con le produzioni sperimentali del passato o attuali, vedere sul grande schermo capolavori che hanno fatto la storia della cinematografia internazionale.
Vado via dagli Archivi Mario Franco di mala voglia. Come in una pellicola che si rivede al contrario ho la sensazione di vivere la prima scena, se non fosse per piccoli dettagli che attestano il passare del tempo.
Interno di un cortile. Ancora Giorno.
Mario è alla finestra e ti scruta, fumando l’ultima sigaretta prima del pranzo, mentre attraversi il cortile per andare via.

Mario Franco mostra un pezzo della collezione di vecchie pellicole

Credits: Fotografie a cura di Viviana Rasulo

informazioni

Archivi Mario Franco – Casa Morra
Salita San Raffaele 20/c – 80136 Napoli

Fondazione Morra
info@fondazionemorra.org
www.fondazionemorra.org

A proposito dell'autore

Project Manager

Alla formazione scientifica (studi in Medicina Veterinaria, prima in Inghilterra e poi in Italia) unisce l'insana passione per l'arte e la letteratura. Dal 2012 collabora con la casa editrice Marchese editore, occupandosi di pubbliche relazioni, promozione e creazione di eventi culturali. Nel 2013 fonda con alcuni collaboratori il blog "About M.E.", legato all'attività della casa editrice ma fin dall'inizio aperto a tutto ciò che è cultura, con particolare attenzione a ciò che succede sul territorio campano. Ama i cappelli, Dostoevskij, e il té delle cinque.