In mostra dal 24 aprile al Museo MADRE di Napoli la personale con opere site specific dell’artista Daniel Buren, Come un gioco da bambini lavoro in situ, 2014-2015, Madre, Napoli – #1. L’opera dell’artista francese sarà visitabile fino al 31 agosto.

Guarda la fotogallery di RACNA Magazine della preview e della conferenza stampa con Maurizio Di Stefano, presidente Scabec, Andrea Viliani, direttore museo MADRE e l’artista Daniel Buren, realizzata da Angelo Marra

 

Queste le dichiarazioni di Daniel Buren alla presentazione della mostra raccolte dall’ufficio stampa del Madre:

“Sono 45 anni che lavoro a Napoli, la prima volta nel 1972 con Lucio Amelio, da allora ci sono ritornato più volte e resta la città che preferisco di più al mondo”. Così l’artista francese Daniel Buren, autore delle famose strisce colorate sul palazzo dell’Arin (ora ABC), ormai simbolo identificativo della periferia orientale, ha manifestato il suo amore per Napoli, a margine della conferenza stampa di inaugurazione della sua prima opera al MADRE Come un gioco da bambini lavoro in situ, 2014-2015, Madre, Napoli – #1 (sala Re-PUBBLICA MADRE, piano terra) a cura di Andrea Viliani e Eugenio Viola e realizzata in collaborazione con il Musée d’Art Moderne et Contemporain, Strasburgo che sarà visitabile fino al 31 agosto.“Questo è solo il primo dei progetti che, nel corso del 2015, saranno appositamente commissionati all’artista francese per celebrare la relazione fra museo e il suo pubblico, tra l’istituzione e la sua comunità” ha sottolineato Andrea Viliani, direttore del museo di arte contemporanea di via Settembrini.
Con questo intervento Buren accoglie tutti i visitatori nella grande sala al piano terra del museo, trasformandola in uno spazio-gioco, con costruzioni a grandezza reale. L’opera – risultato della collaborazione fra l’artista e l’architetto Patrick Bouchain – si propone come un sottile dialogo con l’architettura, che diventa quasi viva, performativa: i visitatori hanno la possibilità di passeggiare all’interno di una città fatta di cerchi ipnotici (su cui appaiono le righe di 8,7 cm che sono il segno ricorrente e distintivo delle opere di Buren), archi colorati, torri cilindriche, basamenti quadrati, timpani triangolari, collocati simmetricamente fra loro quasi fossero parte dell’architettura stessa del museo, dotata di una sua ipotetica ed alternativa potenzialità fantastica e immaginativa.
“Tutti i bambini dai 4 ai 9 anni disegnano, colorano, creano opere magnifiche e all’apparenza semplici ma che nascondono una grande complessità – ha detto Buren – ecco per me l’arte deve essere così: semplice e immediata, appunto come un gioco di bambini”. L’artista francese, innamorato dell’isola di Procida, ha poi rivelato alla stampa un suo progetto nel cassetto, elaborato alcuni anni fa insieme ad altri colleghi, come Kounellis, sulla riqualificazione della periferia Ovest: le acciaierie dismesse di Bagnoli come grandi residenze per artisti, una spiaggia finalmente restituita alla città e un museo marittimo. “Purtroppo – ha detto Buren – non se n’è fatto nulla”.

A proposito dell'autore

Fotoreporter

Una vita dedicata alla fotografia, alla pittura e all'architettura, segnata da esperienze e incontri irripetibili. Julian Beck, Quintino Scolavino, Gianni Pisani, Lucio Amelio, Joseph Beuys, Keith Haring, Arnaldo Pomodoro, Gillo Dorfles, Enrico Bay, Nicola Pagliara, Mimmo Jodice, questa la lunga galleria di personaggi che arricchiscono la sua biografia. Studi in scenografia all'Accademia di Belle Arti di Napoli, numerose esposizioni e lavori in giro per l'Italia. Nell'ultimo decennio insieme alla pittura e alle installazioni, Marra esprime il suo talento creativo attraverso la fotografia, innescando un percorso professionale che abbraccia performance artistiche ad esperienze editoriali, collaborazioni con Istituzioni ed Enti pubblici e privati, associazioni culturali e mondo dell'imprenditoria.