Classe 1970 e di origine irpina, Donatella Donatelli è una fotografa che da vari anni affronta con i suoi scatti tematiche complesse in cui si mette in gioco sempre in prima persona. È questo il caso del progetto “I’m not disabled” del 2016, in cui l’artista ha lavorato sul concetto di diversità, cercando di rompere i luoghi comuni che sono costretti ad affrontare le persone affette da disabilità. Attenta alle tematiche legate alla condizione femminile, Donatella Donatelli è una fotografa che pone sempre al centro del suo lavoro la ricerca emozionale.

Articolo di Carla Giannini

Donatella Donatelli

Il tuo rapporto con la fotografia parte da lontano. Come è nato?

Ho iniziato come autodidatta: inizialmente era un gioco, un passatempo. Attraverso la fotografia sono riuscita a trasmettere sensazioni e idee. Cercare di veicolare messaggi utilizzandola mi affascina e non poco, ancora di più strutturare dei progetti, immaginare che da un unico istante catturato si possa riuscire a provocare emozioni.

Come sei cambiata in questi anni e come è cambiato il tuo rapporto con i soggetti che scegli?

Mi è sempre piaciuto esplorare l’universo femminile, e nonostante siano passati anni lo preferisco ancora. Per me lavorare su questo tema è come intraprendere un percorso che conosco per grosse linee, ma di cui devo esplorare ancora tutti i sentieri.

Possiamo definire la tua fotografia una fotografia “emozionale”?

Assolutamente sì, sono continuamente alla ricerca di nuove emozioni, è così che nascono i miei progetti. Questo è nel bene e nel male: Tutto ciò che mi circonda implica emozioni, anche forti in senso negativo. Proprio per questo spesso il momento dello scatto non è semplice, perché riapre delle ferite, ma al tempo stesso ha anche un valore catartico. In quell’istante intuisco se l’idea alla base di un nuovo lavoro è quella giusta.

Donatella Donatelli – I’m not disabled

Parlami un del tuo ultimo progetto.

Sto affrontando una tematica dolorosa. Intendo dolorosa non solo soggettivamente, ma da un punto di vista “storico”. Sto affrontando infatti la descrizione fotografica, in epoca moderna, del concetto di genocido, fra passato e presente. Sono stata praticamente sommersa dalla grande attualità di questo tema: la storia ci ha insegnato davvero poco a quanto pare!

Da cosa ti lasci ispirare quando scegli una materia da fotografare?

Da ciò che provo, e dalle considerazioni che hanno gli altri in merito all’argomento che decido di rappresentare. Potrei dire che raccolgo prima emozioni e pensieri, li elaboro, mi chiedo il perché delle sensazioni che mi provocano. Passo poi alla scelta dei soggetti, mi guardo intorno, studio i volti che incontro, immagino il contesto, i colori.

Hai un lavoro a cui sei particolarmente legata e perché?

Ogni volta che inizio un nuovo progetto penso sia importante. Rivedendoli non saprei dirti quale. Ora potrei dirti l’ultimo che sto completando

Tu cerchi e produci immagini piene di contenuto, mandi dei messaggi. Quanto è importante per te riuscire a fare questo?

È una grande soddisfazione riuscire a suscitare e scuotere pensieri, ancora di più quando capisco che le mie idee siano percepite in pieno. Non è semplice: ho solo quell “click” a disposizione e deve riuscire a contenere il tutto.

Donatella Donatelli – Be that woman

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