La ricerca di Cristina Cusani confluita in Epifanie mi ha incuriosito parecchio: mi alletta tantissimo l’idea di delineare l’esistenza attraverso l’associazione di parole e immagini, seguendo un ordine alfabetico. Alcuni amici si divertirebbero tantissimo e spenderebbero ore a dibattere, prima di tutto, sugli stessi criteri tassonomici, per poi passare ad incasellare la propria vita. Al di là del gioco, l’esperimento di Cristina mi sembra molto profondo e ambizioso. Decido quindi di scriverle per saperne di più.

nonna

Cos’è Abbecedario?

Dunque… Abbecedario è un lavoro che ho fatto alla soglia dei 30 anni, per fare un po’ il punto della mia vita: le cose che ho raggiunto, quelle che vorrei ancora ottenere, le cose che mi rappresentano o quelle che mi mancano. Per ogni lettera dell’alfabeto ho scelto una parola, l’ho unita ad una fotografia e ho segnato un punto sulla mappa. Attraverso l’unione tra immagini e parole racconto me stessa e, come un libro per imparare a leggere, l’abbecedario diventa un mezzo per imparare a conoscermi. È una chiave per accedere a quell’universo interiore nascosto in profondità e un modo per tracciare una mappa di me, per vedere dove sono nel percorso.

Umanità

Una cosa che hai raggiunto e di una che vorresti ancora ottenere?

Una cosa che sento di aver raggiunto è la consapevolezza mentre l’elasticità è una di quelle che vorrei ottenere; l’ambizione ce l’ho sempre avuta mentre la nonna non c’è più…

Quindi fotografia come mezzo di conoscenza prima di tutto di se stessi?

La fotografia per me è sempre stato un mezzo per conoscermi e di conseguenza per esprimermi. Cerco di andare sempre in profondità e spesso è una cosa dolorosa, ma mi serve ad acquisire sempre una nuova consapevolezza di me e a mettermi in gioco ancora, ogni volta.

Quasi

Fra i diversi fotografi di Epifanie tu sei l’unica che ha utilizzato due codici, quello visivo della fotografia e quello della scrittura. Come mai questa scelta? Come ti sei trovata? Quali i limiti e quale le potenzialità?

L’utilizzo dei due codici, immagine e parola è stato funzionale alla scelta di fare un Abbecedario. La cosa che mi ha spinto a scegliere questo modo era voler utilizzare uno strumento così semplice (di solito l’abbecedario viene utilizzato da bambini di 5 anni), per una cosa così complessa come il raccontare una persona. Questo abbecedario è per tutte le età, è per chiunque voglia mettersi in gioco; guardandolo chiunque potrà riconoscersi nelle parole o trovarne delle proprie. Mi piacerebbe che ognuno, avvicinandosi a questo lavoro possa porsi delle domande e creare nuove visioni, scegliere le proprie parole anche con altre associazioni, in modo da dare vita sempre a nuovi, infiniti abbecedari.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

I progetti per il futuro sono tanti. È un momento molto positivo questo per me, sono piena di energie e sto già lavorando ad un nuovo progetto, ma è ancora presto per parlarne!