Satori, è il titolo dell’ultima mostra di Luigi Pagano, in corso fino al 26 febbraio, alla Carpinelli Home di Salerno, a cura di Pasquale Ruocco.

Da sottolineare subito è la particolarità dello spazio, stretto e lungo come fosse un corridoio, che impone una movibilità continua. Le opere non si vedono che da vicino, assortendo subito, chiunque, in un flusso partecipativo che astrae dal resto, rendendo intima la visita. Quella stessa intimità che è anche del raccoglimento, della meditazione, lo stesso titolo, Satori, che nel Buddismo Zen allude a un’illuminazione improvvisa, qui, viene figurato, impresso attraverso delle tracce esigue, minime, che altro non sono che la sintesi di momenti immaginativi registrati prima con la foga grumosa del gesto, e lasciati poi epurare attraverso giustapposizioni ponderate di materia. Quest’ultima non ha a che fare col colore, essa è raffermata nella sua sostanzialità. Una materia spogliata fino al fondo, raschiata sino al midollo della sua essenza che è poi l’essenza stessa del mondo. Questa nota comune s’intravede anche nell’omogeneità dei toni, che richiamano la materia più materiale: la terra. Così i bruni e i neri s’aggrumano tra il fluire della luce che scorre bianca tra gli interstizi della tela.

Luigi Pagano

Luigi Pagano – Cocoon 2015

Quest’orizzonte permette all’artista di vagare fuori del tempo e ridiscendere verso i primordi della visione.
Questa necessità, credo sia stata puntualmente sottolineata anche da Pasquale Ruocco, in chiusura del suo testo critico su Luigi Pagano: “Figure, forme, materie, che, assumendo la consistenza impalpabile dell’epifania, sospesa tra visibile e invisibile, tra il percettibile e l’impercettibile, spingono la nostra attenzione oltre l’ormai quotidiana superficie dello schermo, oltre il mito dell’alta definizione, massima espressione di una superficiale celebrazione della visibilità, invitandoci a guardare il mondo in maniera diversa, più attenta, cogliendo la necessità di mettere in campo nuove visioni, di far emergere, cioè, dalle cupe atmosfere del presente, nuove luci”.

Luigi Pagano - Cocoon 2015

Luigi Pagano – Cocoon 2015

Nella serie Cocoon Luigi Pagano c’accoglie a sedere. Letteralmente Cocoon è bozzolo, è un ricovero protettivo in cui possiamo trovare una pausa dall’iperdefinizione del mondo. In questi luoghi possiamo perderci, pur tuttavia trovandoci delineati, in una forma, che è ancora però una bozza, soltanto rozzamente smussata. Qui lo spettatore è invitato a lasciarsi coinvolgere, in una decifrazione libero-magnetica tra pulsioni genuinamente istintive.
In conclusione è da menzionare l’imprenditore Nicola Carpinelli che ha deciso di contribuire nella crescita culturale della città, spingendosi in prima persona nella promozione di eventi espositivi che promettono vieppiù un programma sempre più valido sotto il punto di vista propositivo dell’arte contemporanea.

Luigi Pagano

Luigi Pagano – OVO 2012

A proposito dell'autore

Firenze, 1984 - critico d’arte, curatore e attore (mimo) teatrale (Compagnia Teatro /Finzione/Realtà, diplomato all’Icra Project di Napoli con M. Monetta); Laurea in Storia e Critica dell’Arte Contemporanea presso l’Università degli Studi di Salerno. Insegna Storia dell’arte Contemporanea all’ABAN di Nola. Ha curato il progetto Dis-Orientarsi per Setup Contemporary Fair 2016 di Bologna; ideatore del programma radiofonico Cattivi Maestri presso l’Unisound dell’Università di Salerno dal 2015; In Albania, Tirana, a curato la mostra CorpoeCorpi (2015) due Seminari sul Futurismo e sull’intellettuale di tipo nuovo con l’Istituto Italiano di Cultura (2013), segnalato sul “Corriere della Sera”. È presente nella pubblicazione Al di là della destra e della sinistra (S. Giovannini e R. Guerra a cura di). Collaboratore dei Quaderni Futurismo Oggi e della rivista d’arte Juliet Art, oltre che di varie testate on-line.