Era alto solo 1,52 cm e le sue ossa erano deformi a causa di una rara malattia genetica, eppure Henri de Toulouse Lautrec nei suoi disegni rappresentava la gioia di vivere della Bella Epoque di inizio Novecento. Dallo scorso 4 dicembre fino al prossimo 5 maggio 2016 in mostra all’Ara Pacis di Roma una produzione di 170 opere dell’artista francese, provenienti dal Museo delle Belle Arti di Budapest.

Henri de Toulouse Lautrec

Seguendo le orme paterne, Henri de Toulouse Lautrec decise di diventare pittore e nel 1872 si trasferì con la madre a Parigi (era originario del Mezzogiorno francese) per seguire gli studi artistici. Quella a cui darà vita sarà una produzione grafica di straordinaria importanza che riuscirà a dare voce e carattere alla rivoluzione che allora calcava i palcoscenici parigini. Parliamo dello sviluppo dello spettacolo dal vivo, del cabaret, dei concerti della Parigi di fine Ottocento, di cui Lautrec fu valido testimone. Amava trascorrere il suo tempo nel quartiere Montmartre, residenza privilegiata di tutti gli artisti in quel periodo, ed ebbe modo di conoscere i suoi “colleghi” e i protagonisti, o meglio ancora, le protagoniste delle scene. Ballerine, muse e attrici che calcavano i palcoscenici e con le quali Henri de Toulouse Lautrec instaurò presto legami di vicinanza e affetto. Nel 1891 il manifesto per la pubblicità di uno spettacolo che ritrae una ballerina molto famosa all’epoca, La Goulue, gli procura un notevole successo, e conseguenti nuove committenze. La carriera di Lautrec è ormai avviata.

Henri de Toulouse Lautrec
Il tratto grafico viene messo al centro della mostra promossa e prodotta da Roma Capitale-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Arthemisia Group e organizzata con Zètema Progetto Cultura. A Henri de Toulouse Lautrec riconosciamo la straordinaria capacità di rappresentare visi, espressioni, atmosfere e scenari così vivi, non in posa ma mentre sono sul palcoscenico, mentre si offrono generosamente al pubblico. Riesce ad abbattere la distanza tra se stesso e gli artisti e i personaggi da ritrarre, e questo gli permette di acquistarne in confidenza. Frequenta i bordelli parigini e ne è affascinato, nessuno gli fa pesare il suo aspetto, perché l’umanità rivela tutta la sua corruzione! Osserva le maitresse e ne coglie i loro aspetti più intimi e reali.
La pubblicità inizia a farsi strada ed Henri de Toulouse Lautrec svolge un ruolo fondamentale nella promozione dei cartelloni degli spettacoli e di ogni materiale atto a presentare ed invogliare gli spettatori: album, affiches, manifesti, copertine di libri e spartiti, illustrazioni. Si ferma a disegnare su qualsiasi mezzo, anche tovaglioli di carta usati durante le cene e le committenze aumentano. Inventa un suo marchio, il monogramma, con le lettere H T L intrecciate, e utilizza la complessa tecnica della litografia per una buona parte delle sue opere.
A Henri de Toulouse Lautrec non interessava riprodurre l’aspetto esteriore delle cose, ma la sua essenza, convinto – come più volte asserì – che l’essenza fosse lontana dalla forma esteriore. Quello che di certo è riuscito a fare è stato mostrare agli occhi dei posteri, lui come nessun altro, la vivacità dell’epoca a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, quando le invenzioni tecnologiche e mediche avevano migliorato le condizioni di vita, la borghesia si affermava, e l’entusiasmo prendeva il sopravvento. Cambiano le abitudini di consumo, le Esposizioni Universali si diffondono tra un pubblico sempre più vasto di visitatori, e la pubblicità trova terreno fertile. L’affermarsi dell’Impressionismo e dell’Art Noveau rappresentano questa fioritura. Tutto questo è condensato nelle sue opere, ed ecco il suo genio!

Henri de Toulouse Lautrec

A proposito dell'autore

Collaboratore

Laurea con lode in Comunicazione con una tesi sui musei d’arte contemporanea_Caso Napoli. Nel 2007 lavora a Liverpool presso il dipartimento di Marketing e Comunicazione dei National Museums. Corso di perfezionamento in Management Culturale presso la Fondazione Fitzcarraldo, Torino. Dal 2007 ad oggi ha collezionato, insieme a Componibile 62, esperienze come curatrice, project manager e organizzatrice di mostre ed eventi culturali in Italia e all’estero. Collabora con Tafter (Economia della cultura). Oltre che all’arte contemporanea, si dedica anche alla moda, CSR, e viaggi. Il Museo è il suo habitat naturale.