L’hanno definita l’era di Ariano 2.0 e allora, incuriosita, ho raggiunto Ariano Irpino (AV). Volevo vedere con i miei occhi gli interventi che stavano prendendo vita nel piccolo centro campano nati dalla passione e dalla professionalità di Maria Elena De Gruttola e Massimiliano Alberico Grasso, organizzatori del Willoke Street Art Festival.

Il nome Willoke è dato, perché ‘qualcosa, all’improvviso, è inaspettatamente arrivato’, proprio come ci insegna il famoso verbo napoletano ”eccere”: un tentativo dunque che, appunto sin dal nome, vuole fondere le origini e le tradizioni con i linguaggi contemporanei legandole, in particolar modo, all’arte di strada.

Willoke  - Cristian Sonda

Willoke – Cristian Sonda

Tutto è iniziato nel 2014 con il tentativo di riappropriarsi di alcuni spazi inutilizzati, soprattutto di architetture moderne che stavano diventando cattedrali nel deserto, cadute nell’oblio tanto che con il passare del tempo, ci si stava abituando alla loro presenza rischiando di conviverci – inavvertitamente – senza rigenerarli.

Così il Willoke Street Art Festival è partito realizzando le prime opere nella località di Calvario e sul grande edificio dell’ex complesso Giorgione (nel pieno centro storico di Ariano Irpino) con la partecipazione di Glo 521, Guido Rezor e del romano Aloha Oe.

Seth

Seth

Un tema, quello della rinascita, che ha caratterizzato la seconda edizione del festival (chiamata per questo ”Rebirth”) inaugurata da Francisco Bosoletti lo scorso mese di maggio; la Bella Dormiente realizzata dall’artista argentino è una donna che tenta, con fatica e volontà, di risollevare corpo e spirito mentre al tempo stesso l’ombra riflessa ricorda – nelle forme – proprio l’omonima catena montuosa del Beneventano. Un’opera pensata dallo street artist dopo un attento studio del paesaggio, del territorio e delle tradizioni: un processo di ”maieutica del disegno” che Bosoletti ha applicato in questo caso come anche a Napoli per la famosa Parthenope realizzata a Materdei.

Daniel Eime

Daniel Eime

Poi, ancora, sulle pareti di due scuole, sono stati coinvolti il milanese Cristian Sonda e il noto artista francese Seth, con un tuffo nel gioco e nella fantasia che ha appassionato anche i bambini del posto.

Tra gli ultimi interventi quelli dello street artist portoghese Daniel Eime, in grado di trasformare gli stencil in ritratti profondi ed emozionati, come ha dimostrato con ”Cadente”, e del peruviano Carlos Atoche di cui la grande ”Ophelia”, eco del dipinto di Millais del 1852, vuole simboleggiare la vita anziché la morte, assurgendo la tragica e romantica fine del personaggio scespiriano come emblema della rinascita della cultura.

Carlos Atoche (1)

La rinascita sboccia dalle piccole cose e per questo Willoke ha proposto e continuerà a proporre visite guidate con il Will Tour e partnership con gli enti locali.

L’arte del Willoke, così come di altri festival dedicati alla creatività urbana, è quindi un esperimento di partecipazione: la strada da percorrere non è sempre facile, ma gli occhi di Maria Elena e Massimliano parlano chiaramente: la passione è il primo passo verso la rigenerazione dei luoghi e della comunità e la street art non è un punto d’arrivo, bensì la spinta da cui partire.