Non potrà capitarvi di passarci per caso, ma se la vostra bussola tende a nord, verso la valle delle mele italiane più conosciute, ora che lo sapete non c’è alternativa: dovete fermarvi.

Artesella è una manifestazione internazionale di arte contemporanea nata nel 1986, che si svolge all’aperto nei prati e nei boschi della Val di Sella (comune di Borgo Valsugana, provincia autonoma di Trento). Dal 1996 si è sviluppata lungo un percorso sul monte Armentera, sempre nella Val di Sella, chiamato artenaturaLungo un sentiero di 3 km sono collocate circa 25 opere.

Le opere sono quasi tutte realizzate con materiali naturali come rami, sassi, foglie, prestandosi al lento processo di trasformazione della natura che in questo modo riesce a creare l’unico dialogo possibile con l’artista.

 Sorrounded islands - Christo and Jeanne-Claude

Sorrounded islands – Christo and Jeanne-Claude

I principi che determinarono questa manifestazione, sono evidentemente legati alla corrente artistica della Land Art, dove l’uomo si pone al servizio della natura, ma è quest’ultima a decidere se lasciarlo fare. I segni che l’uomo lascia lungo questo circuito mettono da parte tuttavia quel fare estremamente impressivo che caratterizza particolarmente le opere di Land Art più note (pensiamo per esempio alle Sorrounded islands di Christo and Jeanne-Claude in Florida), per lasciare spazio a un aria così semplice da farci credere che le opere stesse siano frutto di un processo naturale. All’inizio del percorso, rialzato appena su una collinetta, compare un sole, di legno, ma appunto per questo mai spento, che domina la sua valle dall’inizio alla fine.

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E poi, i labirinti coi bastoni, l’alveare gigante che se ne sta appeso come se lì non potesse esserci che lui, il Nido di Sella, e la grande cupola di legno.

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Più si prosegue meno si riconoscono le tracce dell’uomo, non si scorgono nemmeno nella precisione con cui vengono modellati i materiali, o quando il legno è precisamente intagliato.

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E non manca la voce, che si presenta protagonista in quelle opere costruite proprio per la risonanza, come le lame di ferro bucate o come il grande anfiteatro fatto di soli rami che ha già ascoltato le voci di Marco Paolini, Marlene Kuntz, Elisa e altri artisti .

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A un certo punto, in mezzo alla zona più fitta d’alberi del circuito, sbuca un ponticello fatto di soli giornali che ci manda verso la parte conclusiva del percorso e sicuramente quella più bella.

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Usciti da questa zona d’ombra si arriva davanti la Cattedrale vegetale di Giuliano Mauri, opera molto suggestiva per le dimensioni e le sensazioni che riesce a trasmettere. Le navate create dalla crescita delle piante tra i bastoni posizionati in modo da formare le colonne, rendono perfettamente il sentimento che dovrebbe suscitare qualsiasi fede, oltre lo sfarzo e il fronzolo barocco. Se Dio è realmente ciò che non si può dire, qui davvero si rimane in silenzio e si contempla la bellezza nella sua semplice enormità.

 

Credits: foto e testo di Roberta Durante.

A proposito dell'autore

Collaboratrice

Roberta Durante, (1989 Treviso), giornalista. Ha pubblicato i libri Girini (edizioni d'if), Club dei visionari (Di felice edizioni) Balena (Prufrock spa), La susina (edizioni d'if), Nella notte cosmica.