Essere giovani e liberi, viaggiare verso altri mondi, anche restando dentro la propria mente, esplorare l’assurdità dell’esistenza attraverso i segni grafici o i metalli che li elaborano nella terza dimensione.

Rinedda è tutto questo e forse anche per questo è opportuno cercare la sua mostra che presenta, distesa e accessibile a bambini e disabili, come richiesto da ContaminArte e I Ragazzi della Barca di Carta, che lo hanno ospitato ogni Sabato e Domenica scorsi, in occasione del bike festival di Napoli, presso il Cubo d’Oro nella Mostra d’Oltremare.

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I segni a matita creano un universo alternativo omogeneo, dove i corpi o le strutture corrispondono al movimento intenzionale o al desiderio, come all’inconscio o all’inevitabile, che generalmente manteniamo sotto la maschera del quotidiano o, peggio, modifichiamo e alteriamo, vivendoci una realtà ipocrita o in full HD.

I colori sono spesso quelli semplici come i belletti delle dame, ma giocati interamente su livelli psicologici continuamente diversi, oppure sono solo ombre nere, dove si nascondono i sentimenti peggiori o quelli più complessi che ci torturano o che individuano il personaggio o l’elemento caratterizzato.

L’arte del fumetto si confonde con le sue opere, che spesso ricordano Paz il mitico Andrea Pazienza, ma restano astratte, a differenza delle opere del giovane bolognese che era vissuto in un’epoca altamente politicizzata.

http://www.rinedda.it/

A proposito dell'autore

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Manlio Converti, psichiatra, blogger, magato dalla cultura e dall'arte come continua innovazione e sperimentazione, come è la vita, nato nel 69, completa i suoi studi professionali col massimo dei voti nel minimo tempo necessario, laureandosi a 23 anni in medicina. Lavora stabilmente presso la Asl Napoli 2 nord, ma soprattutto perora cause civili e sociali, ancorchè in Italia siano finora perse, come i diritti gay, per egoismo, quelli delle donne e dei migranti, per altruismo, quelli dei sofferenti psichici, per dovere professionale, quelli dell'ambiente, per dovere naturale, quelli degli artisti napoletani e della relativa città conurbata, per patriottismo europeo.