Se fossi stata ancora bambina, non avrei provato tanta sorpresa. Se fossi stata pazza, non mi avrebbe tanto sconvolta.
Questa sensazione di sbigottimento, emozione, gioia, divertimento è la distanza che divide il pubblico da Dimitris Papaioannou e dagli attori che sul palco non fanno altro che parlarci, niente di più e niente di meno, del senso della vita.
Il succedersi della nascita e della morte sono un telo bianco che copre e scopre l’uomo, si succedono così le stagioni, gli anni, le ere. L’imperscrutabile e l’inevitabile diventa nelle mani dell’autore greco leggero e malleabile. Il concetto di tabù, come per i bambini, non esiste: la morte non è tabù, il corpo non è tabù.
Siamo sempre l’archeologia di qualcuno: ciò che resta immortale è l’arte, ciò che l’uomo ha fatto per rendersi in quanto essere umano eterno: ed è così che un ballerino impersona la Venere di Botticelli e poi diviene il compasso dei mosaici napoletani di Kentridge, un mulino a vento degno di Cervantes, un Cristo in Croce di Giotto; e ancora si unisce agli altri attori per impersonificare la “Lezione di anatomia del Dottor Tulp” di Rembrandt.


Tutto è sempre in mutazione, proprio come nei giochi dei bambini. Grandi fogli neri che ricoprono il pavimento sono continuamente spostati, scomposti e ricomposti svelando voragini, pozzi, tombe e creando montagne, alture, palizzate. In The Great Tamer Papaioannu ci mostra il suo mondo che è fatto di uomini e donne nudi in cui la nudità non ha malizia: ogni orifizio, piega, propaggine del corpo non ha motivo per essere nascosto, non è motivo mai di vergogna ma sempre un mezzo per dar forma ai sogni. L’essere umano cambia forma, come tutte le cose della natura e dalla natura, così come dall’arte trae spunto: diventa uomo sulla luna (con un riferimento palese al kubrickiano “2001 Odissea nello Spazio”), diventa chioccia che nutre i pulcini, ventre generatore di vita e infine concime per un campo di grano.
The Great Tamer è l’universo come lo vedrebbe un bambino. O forze un pazzo.
O forse, semplicemente, un vero artista.

Info spettacolo

The Great Tamer

The Great Tamer
ideazione e regia di Dimitris Papaioannou
con Pavlina Andriopoulou, Costas Chrysafidis, Extor Liatsos, Ioannis Michos, Evangelia Randou, Kalliopi Simou, Drossos Skotis, Christos Strinopoulos, Yorgos Tsiantoulas, Alex Vangelis
direzione Tina Papanikolaou

THE GREAT TAMER by Dimitris Papaioannou – photograph by Julian-Mommert

Lo spettacolo è andato in scena al Teatro Politeama il 23 e 24 giugno 2017
nell’ambito del Napoli Teatro Festival 2017

A proposito dell'autore

Project Manager

Alla formazione scientifica (studi in Medicina Veterinaria, prima in Inghilterra e poi in Italia) unisce l'insana passione per l'arte e la letteratura. Dal 2012 collabora con la casa editrice Marchese editore, occupandosi di pubbliche relazioni, promozione e creazione di eventi culturali. Nel 2013 fonda con alcuni collaboratori il blog "About M.E.", legato all'attività della casa editrice ma fin dall'inizio aperto a tutto ciò che è cultura, con particolare attenzione a ciò che succede sul territorio campano. Ama i cappelli, Dostoevskij, e il té delle cinque.