Secondo appuntamento con il racconto del Fringe Festival di Edimburgo su Racna Magazine a cura di Laura Galloppo. Sta volta, la visita all’Edinburgh Art Festival è l’occasione per immergersi nella scena d’arte contemporanea della capitale scozzese, tra mostre e installazioni, nuovi spazi e istituzioni consacrate.

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Quando vedrete un cartello blu e giallo con la scritta Edinburgh Art Festival, saprete che siete nel posto giusto, se il vostro obiettivo è visitare il festival d’arte della città di Edimburgo. E di cartelli come questo ne incontrerete un bel po’, camminando per la città.

L’Edinburgh Art Festival si svolge nel periodo di massima “abbuffata” di festival, ovvero nel mese di agosto (quest’anno dal 31 luglio al 31 agosto). In effetti sarà il caso che io usi il tempo passato, perché, quando leggerete quest’articolo, sarà ormai troppo tardi per andarlo a vedere con i vostri occhi, ma non sarà troppo tardi per prenotare un volo per l’anno prossimo. Se vi avrò convinto, s’intende…

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Ecco a voi una rapida e concisa (almeno lo spero) guida di quanto mi ha colpito in positivo. Tra le mostre spicca Where do I end and you begin all’Art City Centre come parte del programma culturale di Glasgow 2014, focalizzata sull’unione delle due parole Common e Wealth. La sfida dello “stare insieme”, delle risorse comuni e dei sistemi di scambio alternativi si offrono come spunti di riflessione della mostra, il cui titolo deriva da un’opera dell’indiana Shilpa Gupta.

Il senso di comunità e richiamo alle origini è evidente, anche nelle altre opere in mostra, e la visione d’insieme si rivela organica e coerente. Proprio di fronte all’Art City Centre si fa notare la Fruitmarket Gallery, ovvero la galleria d’arte più popolare di Edimburgo, che sfruttando il POP dell’aggettivo che gli ho affibbiato, mette in mostra Jim Lambie. Artista scozzese di mezza età, Jim Lambie mette d’accordo critica e massa con delle opere ready made / object trouvè dalle tinte accese. Scale colorate che si innalzano al cielo in cui eventualmente specchiarsi, camice-scultura in argento e nero, grucce colorate a corredo di un mangiadischi nero, ma pur sempre scintillante, sacchi di pittura colorati rovesciati “per sbaglio” sul pavimento. Vertigine del colore in agguato, specialmente quando salite le scale.

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Forse è meglio allora concederci una pausa presso i Princess Street Garden. Niente da fare. Anche loro sono stati “contaminati” dall’Art Festival con l’opera di Jacqueline Donachie Mary and Elizabeth. Abituata a lavorare fuori dal contesto formale della galleria, Donachie collega la storia delle due regine Mary e Elizabeth al presente, attraverso il pigmento rosso: alle due estremità dei giardini si trovano una pensilina dipinta di rosso con la scritta Mary e un drappo di seta rosso Elizabeth.

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Si è messo a piovere. Sì, a Edimburgo può succedere anche 10 volte al giorno, sarà allora il caso di ripararsi nelle vicinanze. Di fronte ai Princess Street Garden ritroviamo la segnaletica ormai familiare dell’Edinburgh Art Festival grazie alla quale entriamo dritti dritti alla Scottish National Gallery dove ad attenderci c’è GENERATION: 25 years of contemporary art in Scotland, che raccoglie i maggiori artisti scozzesi che si sono affermati sulla scena internazionale negli ultimi 25 anni. Spazio raffinato e pulito dall’allestimento impeccabile.

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E se vogliamo chiudere “col botto”, allora non possiamo non dirigerci alla Talbot Rice Gallery, dove la mostra collettiva COUNTERPOINT presenta il lavoro di 8 artisti contemporanei, la cui pratica eccede i confini della visual art. Ellie Harrison, ad esempio, si collega con il referendum per l’indipendenza scozzese. Una serie di mortai collegati a una centralina con la doppia etichetta YES/NO. Durante lo spoglio elettorale del 18 settembre la Talbot Rice avrà seguito l’esito delle votazioni con un party per tutta la notte, alla presenza dell’artista e del pubblico che vorrà partecipare. Con il no all’indipendenza, votato dagli scozzesi, l’installazione resterà inattiva… peccato, altrimenti chi avrebbe pulito i resti del party in caso di vittoria del sì? È quello che si chiede Ellie Harrison con la sua opera After the Revolution, Who Will Clean Up the Mess?

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E voi che avete fatto il 18 settembre di sera?

info festival

Edinburgh Art Festival

Edimburgo, sedi varie

www.edinburghartfestival.com

@EdArtFest

A proposito dell'autore

Collaboratore

Laurea con lode in Comunicazione con una tesi sui musei d’arte contemporanea_Caso Napoli. Nel 2007 lavora a Liverpool presso il dipartimento di Marketing e Comunicazione dei National Museums. Corso di perfezionamento in Management Culturale presso la Fondazione Fitzcarraldo, Torino. Dal 2007 ad oggi ha collezionato, insieme a Componibile 62, esperienze come curatrice, project manager e organizzatrice di mostre ed eventi culturali in Italia e all’estero. Collabora con Tafter (Economia della cultura). Oltre che all’arte contemporanea, si dedica anche alla moda, CSR, e viaggi. Il Museo è il suo habitat naturale.